Toxocara «AtmosFear» (2011)

Toxocara «Atmosfear» | MetalWave.it Recensioni Autore:
June »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
864

 

Band:
Toxocara
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Titolo:
AtmosFear

 

Nazione:
Olanda

 

Formazione:
Niels Feekes – vocals
Martijn Moes – guitar
Martijn Moes – guitar
Barry Geerligs – bass
William Vlierman – drums

 

Genere:

 

Durata:
51' 30"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Terzo album per gli olandesi Toxocara (mai capito dove mettere l'accento: Toxòcara? Toxocàra? Mah...) dal debutto del 2005; al di là dell'orrendo nome, ci propongono la usuale mescolanza di generi immersi in sanguinolento death metal tipica delle zone geografiche. Equivale a dire, brutalità americane soprattutto nelle parti più tirate e nel growl (classico stile Glenn Benton), taglienti riff svedesi a là At The Gates e saltuari momenti groovy accostabili ai metodi dei Carcass; in mezzo a tutto ciò, forse solo per il solo gusto di esser bizzarri, inserti di variopinta elettronica: drum machine, semple dal mondo (e qui citerei l'introduzione “AtmosFear” stile world music, che lascia davvero con un punto di domanda), linee di gelidi sintetizzatori; il tutto con una pulizia formale e sonora definitissima, pure troppo, ma sicuramente godibile e una durata forse eccessiva per un disco estremo (oltre cinquanta minuti).
Infatti il primo grande difetto di questo ascolto è la sensazione marcata di prolisso: un brano come “Confessions of the Black Regiment” (quasi sette minuti di durata) si muove tra alti e bassi e se anche riesce abbastanza piacevole, assesta comunque una mazzata pesante alle orecchie, tale che si fatica a proseguire. I campioni elettronici che si trovano qui e li lasciano davvero il tempo che trovano e ci si domanda perché siano stati inseriti, dato che non contribuiscono quasi mai a creare un atmosfera: sembrano solo bizzarri, come appunto, nella successiva “Moryty Holodom”: un insignificante loop drum'n bass all'inizio, e delle sporadiche tastierine horror style condiscono il pezzo.
Non privo di pezzi interessanti o addirittura strepitosi: “Black Widow”, e “The Kempeitai Hordes Of Hirohito”, e in particolar modo “Bravo Two Zero” (che titoli!), battono sentieri più noti, ma su cui la band si districa meglio e riescono finalmente a creare quell'atmosfera di cui si parla nel titolo dell'album: è qui che forse avrebbero dovuto fermarsi, senza andare a scomodare l'industrial citato sull'info sheet, ma praticamente assente sull'intero lavoro, quei pochi suoni che campeggiano qui e li arrecano solo fastidio e denotano a certa una carenza di idee.

Track by Track
  1. AtmosFear 50
  2. Black Widow 65
  3. Annihilation By The Angkar 55
  4. Confessions Of The Black Regiment 55
  5. Moryty Holodom 60
  6. The Kempeitai Hordes Of Hirohito 70
  7. Flashlight Shadows 70
  8. Bravo To Zero 75
  9. Towards The Perpetual Labyrinth 75
  10. The Red House Report 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
66

 

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