Graal «Legends Never Die» (2011)

Graal «Legends Never Die» | MetalWave.it Recensioni Autore:
theclairvoyant »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2669

 

Band:
Graal
[MetalWave] Invia una email a Graal [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Graal [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Graal

 

Titolo:
Legends Never Die

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Andrea Ciccomartino - voce, chitarra
Michele Raspanti - basso
Danilo Petrelli - tastiera
Francesco Zagarese - chitarra
Alex Giuliani - batteria

 

Genere:

 

Durata:
54' 0"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2011

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il terzo lavoro dei romani Graal si apre con un’intro acustica molto piacevole, “Il Ballo di Caterina”, che si unisce ad un riff, sempre acustico, parte di “Gods Of War”, la prima vera traccia dell’album. Con il loro hard rock classico degli anni ’70, che molto ricorda i Deep Purple e quel filone di bands che hanno caratterizzato quel decennio, (come anche Uriah Heep, Nazareth o Kansas), i Graal hanno sfornato un album piacevole che trasuda gioia e passione. Tra i riff più massicci di brani come “Movin’ On” o “I’ll Find A Way” si distinguono splendidi lenti come la bellissima “Across This Land” o l’altrettanto pregevole “Stay”. Una caratteristica riscontrabile spesso in questi brani dei Graal è il largo uso prolungamenti strumentali, che possono avere come protagonista un assolo di chitarra, di tastiera o come in “Across This Land” di flauto; questo dà un tocco originale alle tracce rendendo la struttura dei pezzi più personale. Proseguendo l’ascolto incontriamo un secondo strumentale, “The Sky Over Dublin (To Miriam)” che quoto tra i brani migliori dell’album, basato su una linea solista di chitarra decisamente rilassante e melodica al punto giusto; è senz’altro uno di quei brani che se ascoltato ad occhi chiusi riesce a portare piacevoli pensieri alla mente. Altro elemento piacevole dei brani dei Graal è una alternanza tra ritmiche rockeggianti ad altre arpeggiate o comunque notevolmente più tranquille, quasi da ballad se vogliamo che si fondono con buon gusto come nella ottima “I’ll Find A Way” o nella successiva “Time to Die”. Per essere hard rock la durata delle tracce è piuttosto estesa, con un media di circa cinque minuti che però scorrono in fretta grazie agli innumerevoli cambi di tempo e di ritmiche che rende molto vario questo lavoro. L’album si chiude con due lenti, “Stay” e “Winter Song”, dall’atmosfera particolare ed affascinante; senza dubbio la band ha una particolare dote nel comporre tracce di questo tipo, riuscendo a crearle in modo originale ed in grado di trasmettere un qualcosa di singolare a chi le ascolta, particolarmente se esse vengono ascoltate in un momento di estremo relax. In conclusione trovo questo album un buon acquisto, in particolare per gli ascoltatori di sonorità più vintage e datate, aspettiamo ora di sentire questi brani live!

Track by Track
  1. Il Ballo Di Caterina 85
  2. Gods Of War 85
  3. Maybe Tomorrow, Maybe One Day 80
  4. Keep On Movin' 90
  5. Across This Land 100
  6. The Sky Over Dublin 90
  7. Stickin' With You 80
  8. I'll Find A Way 85
  9. Time To Die 75
  10. Ocean's Tide 80
  11. Stay 95
  12. Winter Song 95
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 95
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 90
Giudizio Finale
87

 

Recensione di theclairvoyant » pubblicata il --. Articolo letto 2669 volte.

 

Articoli Correlati

News
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
Concerti