The Oath «Self-destructed» (2010)

The Oath «Self-destructed» | MetalWave.it Recensioni Autore:
fabio HC »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
1738

 

Band:
The Oath
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Titolo:
Self-destructed

 

Nazione:
Francia

 

Formazione:
Pierre Leone:: Chitarra E Voce
Manu Da Silva:: Chitarra
Nathaniel Reynaud:: Basso
Romain Devaus:: Tastiere
Christophe Bardon:: Batteria

 

Genere:

 

Durata:
46' 12"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ecco un gruppo veramente interessante dal punto di vista stilistico.
I The Oath, formazione originaria di Lione, dopo dieci anni dalla loro creazione sfornano il loro terzo full length sotto una vera etichetta discografica italiana (i primi due erano infatti autoprodotti).
In questo lavoro targato Code666, il gruppo conferisce al sound che etichettano come un miscuglio di death, black e thrash metal, una visione più dark e drammatica; grazie a tutto questo danno vita ad un death metal melodico e arcano, dove la matrice progressiva (che si ritrova sopratutto nella traccia strumentale intitolata "Only") svolge un doveroso e piacevole contributo.
I francesi hanno composto nove inedite tracce, con cantato growl non troppo profondo, il quale ricorda poco poco i finlandesi Eternal Tears of Sorrow. Anche la parte strumentale rimanda al gruppo scandinavo, ma il tutto appare molto più equilibrato e piacevole all'ascolto rispetto a questi ultimi.
La tecnica è molto alta e i blast beats non mancano, accompagnati però da misteriose sinfonie a tastiera. Ogni pezzo infatti è introdotto da parti a tastiera melodiche quanto basta, per poi partire veramente con sfuriate molto hardcore. Unico neo è la voce growl sovrapposta allo scream che in certi punti, ben pochi, sembra filtrata e poco naturale, ma per il resto è tutto perfetto.
La miglior traccia è senza dubbio la già citata "Only", la quale ti porta verso la fine dei suoi quattro minuti ad uno stato mentale quasi paradisiaco.
Essendo un album di death melodico, che di thrash ne contiene ben poco, scorre facilmente fino all'ultimo minuto dell'ultima traccia, senza mai stancare l'apparato uditivo con la troppa ferocia. Detto questo auguro un ottimo futuro alla formazione che risulta essere originale e ben motivata, sopratutto dopo aver prodotto l'ultimo lavoro con un'etichetta per giunta italiana.

Track by Track
  1. End of the Lines 80
  2. Embraced 80
  3. Alone I Roam 75
  4. Way To Nowhere 80
  5. Only 90
  6. Watch Me Bleed 85
  7. Impossible Cure 85
  8. White Fields 80
  9. I Am Nothing 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
82

 

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