Ianva «Italia: Ultimo Atto» (2009)

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Lord Lucyfer »

 

Recensione Pubblicata il:
--

 

Visualizzazioni:
2671

 

Band:
Ianva
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Titolo:
Italia: Ultimo Atto

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Mercy – Voce
Stefania T. D’alterio – Voce
Fabio Carfagna – Chitarra Elettrica Ed Acustica
Francesco La Rosa – Batteria E Programmino
Fabio Gremo – Contrabasso, Chitarra Elettrica Ed Acustica
Azoth – Basso Elettrico
Giuseppe Spanò – Piano
Davide La Rosa – Fisarmonica

 

Genere:

 

Durata:
1h 8' 50"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2009

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ad ogni uscita di Ianva, non posso che metaforicamente restare senza parole. È incredibili, assolutamente incredibile quello che Mercy e compagni riescono ogni volta a creare: un intricato lavoro che porta sempre con sé un che di cinematografico, grazie all’impatto visionario che le canzoni di questo progetto riescono a creare; questo senza contare un amore spropositato per i grandi della Colonna Sonora, in primis il leggendario Ennio Morricone. E musicalmente, Ianva questo sono: definirli Folk o Neo-Folk è meramente riduttivo. Insieme alle già citate influenze morriconiane ed alla matrice Neo-Folk di fondo, abbiamo ovunque quel qualcosa che da il giusto tributo al cantautorato della città della Lanterna – e citare De Andrè viene sin troppo facile -.

Ancora una volta Ianva si affidano ad un concept: dopo l’impresa d’annunziana di Fiume e l’amore sofferto fra il maggiore Cesare Renzi e la sciantosa Elettra Stavros di “Disobbedisco!”, ed il viaggio mediterraneo di “L’Occidente”, è adesso la volta di un viaggio attraverso la storia d’Italia, un fiume che scorre dalla sorgente del 1943 fino alla violenza e li scandali degli anni ’80 e ’90. E come sempre, il lavoro della band genovese può esser definita,in tutta tranquillità, con un’unica parola: teatrale.

È il primo ospite del disco, Enrico Silvestrin, che narrando una fosca citazione di Pier Paolo Pisolini da il via a questo splendido disco, che continuerà a dipanarsi attraverso la guerra con il caos dell’8 settembre 1943 con “Dov’eri tu Quel Giorno?” ed il bombardamento di Genova che distruggerà la “Galleria delle Grazie” protagonista della terza traccia (pezzo col cammeo della monumentale Franca Lai). Ecco arrivare poi l’orrore (e l’onta) della guerra civile, chiamata qui in causa dallo stupendo incedere in crescendo per chitarra e tromba di “ Negli Occhi di un Ribelle” e via di corsa verso la solenne “La Stagione di Caino” e l’esecuzione dell’attrice “Luisa Ferida”, con Stefania T. D’Alterio in auge col suo immaginario teatrale, cos’ come nell’ottavo pezzo, “In Compagnia dei Lupi”, canzone che parla dei primi insabbiamenti ed i primi scandali dell’Italia post-boom economico - il caso dell’omicidio di Wilma Montesi: il primo di tanti “suicidi e caso chiuso”, visto il coinvolgimento di numerose personalità.. non mi dilungo troppo su questa storia, altrimenti rischierei di prolungare eccessivamente questa recensione -. Tornando a noi, prima della già citata “In Compagnia dei Lupi” abbiamo una delle pagine più nere della storia italiana, la strage delle foibe con “Bora”. Passiamo alla canzone numero nove (anche se sarebbe più adatto il termine Atto IX), “Cemento Armato”, in cui l’amore per la Colonna Sonora ritorna forte più che mai, così come la passione per il poliziettesco anni ’70, cui questa canzone potrebbe far da accompagnamento musicale senza timor di sorta. Arrivano gli anni di piombo, con “Pasionaria”: diciamocelo, se l’avesse scritta il maestro Morricone questa canzone sarebbe stata assolutamente così,con chitarre western e con tanto di fischiettìo. Altro ospite, Duke Montana nei panni del ‘Ragazzo di Vita’, per “Piazza dei Cinquecento” e l’omicidio di Pier Paolo Pisolini, figura che al pari del vate D’Annunzio sembra essere decisamente importante per il concetto intellettuale degli Ianva. A chiudere il cd abbiamo “L’Estate dei Silenzi”, quella del 1980 e le stragi di Bologna ed Ustica, il muro ostruzionistico delle istituzioni verso la ricerca alla verità, ed infine “Italia: Ultimo Atto – Epilogo”, con la normalizzazione di tutto attraverso gli anni ’80 e ’90: quest’ultima invettiva dell’ensamble genovese è fin troppo telefonata, a dirla tutta, visto che scagliarsi contro la bassezza morale di quel periodo, causa della pochezza dell’ormai barzellettistica classe politica attuale, è un po’ come sparare sulla Croce Rossa.

Per usare un termine cinematografico – e non saremo poi così lontani dalla verità -, questo “Italia: Ultimo Atto” è un kolossal, non solo per la lunghezza del lavoro, coi suoi quasi 70 minuti (che incredibilmente scorrono via che è un piacere), ma anche per l’impatti visionario che subiamo ascoltando quest’Opera: ad ogni canzone, riusciamo quasi a vedere lo scenario dove Ianva ci vuole portare. E, credetemi, ogni singola nota, ogni singola parola dei bellissimi testi, è pura poesia. Ancora una volta, per la terza volta su tre dischi recensiti, mi trovo ad affermare che Ianva è una band unica non solo nel suo genere, ma unica in tutto il panorama musicale italiano. La miglior realtà musicale italiana uscita negli ultimi 30 anni, come minimo: altro che i cretini che escono da X-Factor, Amici del marito di Maurizio Costanzo ed amenità simili. Imparate da questi qui, piuttosto che vendere il culo in tv: QUESTA , è Musica, con la “M”maiuscola.

Track by Track
  1. Prologo S.V.
  2. Dov'eri tu Quel Giorno? 90
  3. Galleria delle Grazie 90
  4. Negli Occhi d'un Ribelle 95
  5. La Stagione di Caino 85
  6. Luisa Ferida 100
  7. Bora 95
  8. In Compagnia dei Lupi 95
  9. Pasionaria 85
  10. Cemento Armato 90
  11. Piazza dei Cinquecento 85
  12. L'Estate dei Silenzi 100
  13. Italia: Ultimo Atto - Epilogo 95
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 100
  • Qualità Artwork: 90
  • Originalità: 95
  • Tecnica: 100
Giudizio Finale
93

 

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