Give Us Barabba «Il Canto del Cigno» (2022)

Give Us Barabba «Il Canto Del Cigno» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
01.03.2023

 

Visualizzazioni:
671

 

Band:
Give Us Barabba
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Titolo:
Il Canto del Cigno

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Alessandro Numa :: vocals, saxophones, slide whistle
Osvaldo Indriolo :: synthesizer, organ, piano, electric piano, orchestration, background vocals
Ivan Squarcina :: bass, acoustic, electric guitars, piano, additional harpsichord, background vocals
Girolamo Bennici :: drums
Luigi Stefanini :: additional rhythm guitars, piano, lap steel guitar

 

Genere:
Avant-garde Rock

 

Durata:
24' 6"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
13.05.2022

 

Etichetta:
Alma Music

 

Distribuzione:
o2digitale

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

“Il Canto del Cigno” è il terzo album, nonostante la breve durata (poco più di 20 minuti se non si conta una cover), dei Give us Barabba, una band con cui sinceramente ho sempre avuto un rapporto un po’ complicato, perché finora i nostri da Venezia erano caratterizzati dal fare i primi 3 o 4 brani davvero interessanti, e poi il niente, o poco più. Con “Il Canto del Cigno” il discorso si rimescola, perché qui di metal non c’è ormai più niente. Al massimo c’è del rock, ma è molto leggero, dal tiro smaccatamente radiofonico e molto sostenuto dai fiati e con soventi incursioni nello ska e nel funky, il tutto unito a un trash che ormai affiora di rado, e che viene rimpiazzato da una voglia di non prendercisi sul serio.
Eppure, nonostante questa prova di maturità unita ad un cambio di genere, il risultato non migliora. Parliamoci chiaro: i GuB sono musicisti di talento, che sanno rubacchiare citazioni a classici della musica pop italiana stile Elio e le storie tese, come in “Microphone” o in “Effetto coolidge”, e addirittura sanno come fare a scrivere un brano che gioca la carta del radiofonico, del mainstream leggero e dai testi facilmente memorizzabili, che rendono “Log out” piacevole e interessante. Purtroppo però, in quest’album molti brani durano troppo poco, e si ha l’impressione che finiscano troppo presto, troncandoli quando invece potevano andare avanti per un po’ e mantenendo lo stile easy listening e catchy. Un esempio è dato proprio dall’opener “Love stories in history”, l’unico brano up tempo e debitore al punk/rock, dove una mirabile parte di sax fa virare di molto il mood del brano, e però purtroppo di lì a poco il brano finisce, dopo neanche due minuti e mezzo, e la stessa cosa avviene per molti dei brani qui presenti, forse con l’eccezione di “Let it go”, che tra l’altro è anche il brano che mi sembra più definibile come prog rock. Il resto però vivacchia, tra ballads incomprensibili sognanti come “Dr. Nowzaradan” accoppiate allo Ska punk rock di “Effetto coolidge”. Conclude una cover di Franco Battiato che, onestamente, copre i pezzi propri dei GuB.
In passato ho giudicato i dischi dei Give us Barabba poco più che sufficienti per discrepanze di stili non tanto comprensibili, ma per “Il canto del cigno” secondo me il discorso è diverso, e mi pare un disco certamente più coeso a livello di influenze, ma anche un po’ drastico nella sua realizzazione, troppo corto di durata complessiva e con brani che potevano e dovevano durare di più. A me francamente il risultato sembra, paradossalmente, peggiore che in passato, ma salverò i GuB dal baratro della bocciatura più che altro perché essendo noi di Metalwave specializzati in altra musica, forse i problemi da noi rilevati non sono così importanti tra i fan del genere, quindi parola a loro, anche se ripeto: "secondo me...".

Track by Track
  1. Love stories in history 65
  2. Microphone 65
  3. Happy Pt 2 60
  4. Log out 65
  5. Dr Nowzaradan 55
  6. Effetto coolidge 60
  7. Let it go 65
  8. L'era del cinghiale bianco (Franco Battiato Cover) S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
63

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 01.03.2023. Articolo letto 671 volte.

 

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