Hanormale «The Cathartic Anointing Of Heterodoxy In Resilience (A Black Metal Rhapsody)» (2022)

Hanormale «The Cathartic Anointing Of Heterodoxy In Resilience (a Black Metal Rhapsody)» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Wolverine »

Recensione Pubblicata il:
02.06.2022

Band:
Hanormale

Titolo:
The Cathartic Anointing Of Heterodoxy In Resilience (A Black Metal Rhapsody)

Nazione:
Italia

Formazione:
Arcanus Incubus – Synth, Keyboards, Programming, Sampling. Mellotron, Taiko, Glass Armonica, Harp, Additional Vocals, Bass & Guitars
Ste Naked – Bass
Deimos – Guitars
Marco ‘Big Fellah’ Zambruni – Extreme Drums
Mox Cristadoro – Progressive Drums
Alemst – Black Metal & Industrial Drums (From Devoid Of Thought)
Zrcadlo – Violin & Azza P.A.
Aldous ‘Big Boss’ Colciago – Deep Vocals
Arghangel Martyrium 999 – Screams & Growl
Stefano Ferian – Sax (From Syk)
Die Dref Recumry -Vocals On A R E C I B O Interstellar
Valthazar – Lead Guitar On Meal Of Justice & Black Metal Rhapsody

Genere:
Unconventional Black Metal

Durata:
32' 2"

Formato:
CD

Data di Uscita:
05.05.2022

Etichetta:
Zero Dimensional Records

Distribuzione:
---

Agenzia di Promozione:
Cerberus Booking

Recensione

Non semplice l’approccio con questo “The Cathartic Anointing Of Heterodoxy In Resilience (A Black Metal Rhapsody)”, terzo album in casa degli Hanormale, un disco di indefinibile genere, non convenzionale seppur ricco di aspetti di pura matrice black metal. A rendere particolare il tutto la comparsa, di tanto in tanto, di un clean delicato che spazia tra andature in controtempo ricche a loro volta di effetti e distorti. In ogni caso, non mancano spezzoni recitati in lingua madre che, se ascoltati con la giusta attenzione, offrono spunti riflessivi non blandi ma significativi pur se inebriati, a loro volta, da momenti in scream ricchi di passaggi sinfonici sull’orma del black metal, del sax e quant’altro possibilmente sperimentale. Indubbiamente, a lungo andare, se si riesce a reggere l’impatto è grazie alle cavalcate del black metal, uniche a rendere il tutto apprezzabile in un’ottica, come detto, di non facile apprendimento. Inutile, ordunque, procedere alla singola disamina dei brani frutto di iniziative talmente particolari da poter essere ascoltate e giudicate soggettivamente; si consideri che tra le tracce c’è anche la presenza della cover dei Queen Bohemiam Rhapsody, rivisitato dalla band con un certo isterismo ed esoterismo. In ogni caso, se si pensava ad una noia, vista l’apertura del lavoro e gli approcci sperimentali emersi poco dopo, siamo fuori strada, il disco va compreso con un paio di ascolti che, alla fine, portano all’unanime considerazione di trovarsi di fronte ad un’opera musicale astratta…ognuno sente ed interpreta ciò che ascolta e ciò che in definitiva vuole.