L'Alba di Morrigan «I'm Gold, I'm God» (2021)
Recensione
Non conoscevo affatto la band a cui ho recensito questo disco, ma appena visto il nome ed il genere da loro suonato ne sono stato subito attratto perciò, spinto dalla curiosità, ho ascoltato il loro album ed i pareri che ho sviluppato dopo averlo fatto sono risultati molto contrastanti.
L’Alba di Morrigan è un progetto musicale nato nel 2008 a Torino che è cresciuto professionalmente per le tematiche incentrate su esoterismo, misticismo e spiritualismo palesemente riflesse nelle sonorità dei dischi del gruppo che sono oscure, tetre e funeree. Dopo una carriera musicale che non voglio permettermi di sminuire suonando di spalla ai Katatonia, agli Anathema ed ai Paradise Lost (il cui stile è stato fonte d’ispirazione per L’Alba di Morrigan), il gruppo torna a ricordarci la sua esistenza il 18 luglio 2021 con l’album I’m Gold, I’m God che, dopo averlo ascoltato, posso dire che ho i miei motivi se da una parte sono soddisfatto mentre dall’altra sono alquanto deluso.
Il disco si apre con Satya Yuga, sicuramente un buon inizio se prendiamo la prima parte che comincia con melodie arcane e perfettamente orecchiabili, ma che scade già dopo sei secondi buoni per via di quel sintetizzatore che ronza senza lasciare spazio agli altri strumenti e rende la qualità audio (a mio modesto parere) molto imperfetta, a cui non riesco proprio a dare un giudizio a pieni voti.
Stesso discorso riguardo la chitarra, anch’essa espressa con riff influenzati dal doom e dal drone metal tramite ronzii continui salvo in alcuni intervalli che (e devo dargliene atto) prendono forma in una notevole tecnica di assoli davvero niente male.
Anche la batteria merita il suo giusto spazio: è profonda, cupa e cavernosa ma che sa anche innalzarsi con martellamenti aggressivi e battaglieri che non interferiscono affatto con le atmosfere sinistre che sprigiona il disco; anzi, i colpi riescono ugualmente a mantenersi su una linea tenebrosa e atra.
L’ennesimo tallone d’Achille di questo disco si riscontra nel cantato di Ugo Bellisai che sicuramente si sposa molto bene con le tonalità e le tematiche dell’album ma l’eccessiva introduzione del sound del sintetizzatore la rendono fin troppo “sporca”, aspra, scostante ed a tratti incomprensibile e fin troppo “artificiale”.
Insomma, il disco I’m Gold, I’m God è un lavoro sicuramente da apprezzare per chiunque bazzichi nella scena del doom/gothic metal e la band è composta da musicisti che hanno una certa stoffa ma è da folli negare che le sonorità troppo pronunciate del sintetizzatore non offuschino la prestazione dei rimanenti strumenti musicali andando a rovinare anche la qualità di tutto l’album.
Si spera che in un futuro non troppo lontano, L’Alba di Morrigan riesca a regalarci un album migliore e di essere all’altezza di meritare giudizi positivi da parte della critica facendo riconoscere il loro talento che, nonostante tutto, non gli manca affatto.
Track by Track
- Satya Yuga 70
- I Fiumi di Rosso Sangue 75
- Where Everything We Know Begins And Ends 75
- I'm Lucifer 75
- I'm Gold, I'm God 70
- Aiwass 75
- The Chant Of The Universe 70
- Kali Yuga 70
- Alpha Supernova 75
- The Voice Of Choronzon 75
- Rosa Mundi 65
- Morrigan's Dawn 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 55
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
72Recensione di Sabba Maledetto » pubblicata il 19.04.2022. Articolo letto 1151 volte.
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