Caliban + Bleeding Through + All Shall Perish + I Kill The Prom Queen

Data dell'Evento:
07.03.2007

 

Band:
Caliban
Bleeding Through
All Shall Perish
I Kill The Prom Queen

 

Luogo dell'Evento:
Estragon

 

Città:
Bologna

 

Promoter:
Hellfire [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Hellfire

 

Autore:
Innerpain»

 

Visualizzazioni:
1211

 

Live Report

[MetalWave.it] Immagini Live Report: Nessuna Descrizione Si è tenuta ieri sera la prima delle tre tappe in Italia del “Darkness Over Europe Festival” all’Estragon di Bologna, che ha visto la partecipazione dei Caliban, come headliner, preceduti da Bleeding Through, All Shall Perish e I Kill The Prom Queen, peccato per la defezione dei nostrani Sentence, che dovevano inizialmente aprire le danze, ma impossibilitati poi per motivi personali hanno dovuto cancellare la loro presenza. La serata si può sintetizzare in tre parole: conferme, sorprese e delusioni. Sinceramente non sono riuscito a capire quale fosse la band più attesa della serata, tanto che non si sapeva ancora in modo chiaro chi suonasse per ultimo, ma la prestazione dei Bleeding Through e Caliban ha lasciato il segno più che positivamente regalando ai primi lo scettro di rivelazione del momento, e ai secondi la meritata consacrazione come una tra le migliori band metal-core attuali. I californiani hanno regalato grandi emozioni durante la loro esibizione, forti della recente uscita del nuovo album intitolato “The Truth”, coinvolgendo ottimamente tutto il pubblico presente e, anche per chi come me, era la priva volta in assoluto che li ascoltava attentamente, regalando un’esibizione perfetta e convincente. Maestosi e devastanti, sia per come hanno tenuto il palco, sia per l’esecuzione dei brani, radendo la perfezione assoluta, sono stati il combo tedesco di Andy Dorner e soci, che se non fosse per la solita incapacità del chitarrista Marc Gortz di riproporre o almeno cantare in maniera decente le voci melodiche di sua competenza, si meriterebbero un bel nove pieno. Le note negative della serata vanno ai gruppi di apertura, quasi inutili i primi, e non coinvolgenti i secondi; il pubblico ha risposto bene ma diciamo che per un non amante del metal-core estremo al limite del grind non hanno saputo lasciare il segno a mio avviso, e qui, non avrebbe di sicuro sfigurato la presenza della band di Cesena, anzi avrebbe fatto sicuramente meglio. Deludente anche la scarsa affluenza di gente in un Estragon quasi vuoto di fronte ai 300 presenti circa , di cui gran parte molto giovane. Forse era meglio scegliere una location più ridimensionata, dato che i Caliban in Italia hanno sempre suonato in locali da 400 posti di media, e con tre date in tre giorni, non si poteva di certo pensare ad un tutto esaurito come per il concerto dei Killswitch Engage a Milano per la loro unica data nella penisola (anche se non era del tutto sold-out come dichiarato...), quindi una tiratina di orecchie all’organizzazione ci starebbe bene questa volta. Magari ci sarà chi queste cose non le ha neanche notate, ma mi sembra giusto segnalare sia gli aspetti positivi sia quelli negativi, altrimenti non avrebbe senso, ma parliamo ora in dettaglio dell’intero show. Sono le 20:45, ed i primi a salire sul palco sono gli sconosciuti, per quanto mi riguarda ma non solo, credo, I Kill The Prom Queen, che aprono le danza con una scaletta ridottissima; il genere proposto è sì ovviamente metal-core ma senza nulla di personale e privo di innovazione o proposte da attirare l’ascoltatore. Il loro show dura appena 25 min. e questo è un ulteriore fattore aggiuntivo a rendere la loro presenza, senza offesa, quasi inutile e per nulla convincente, se non per una schiera di pubblico ridotta sotto al palco, che evidentemente conoscevano la band e hanno comunque apprezzato. Il cambio palco è rapidissimo e preciso, tanto che passano soli 10 minuti ed ecco gli All Shall Perish, gruppo con venature death e grind miscelate alla scuola hard-core di stampo svedese. I brani proposti si alternano tra il loro ultimo lavoro, “The Price Of Existance” e il precedente “Hate Malice Revence”, che ha il merito di apparire più incisivo in sede live che da disco, ma che lascia al termine della loro esibizione, molto rammarico. Gli arrangiamenti sono abbastanza scontati e monotoni, se poi aggiungiamo il fattore “suoni” per nulla di alta qualità, anche se leggermente migliori rispetto alla band precedente, per colpa di chi di dovere che forse non ha saputo gestire al meglio la prima parte della serata, si arriva esausti al termine della scaletta. Neanche un finale a sorpresa, con la cover “Breaking the law” dei Judas Priest, riesce ad alzare il voto finale e il “se la potevano anche evitare” è scontato. Dopo quindi un’inizio di serata molto deludente sotto l’aspetto delle prestazioni e un pubblico che alle 22:00 non è ancora aumentato ma rimarrà tristemente lo stesso fino al termine, ecco una delle bands più attese del momento e del tour; i californiani Bleeding Through. Sono, per un certo verso, forse la band più commerciale della serata, ma solo per avere tra le fila la graziosa tastierista Marta, e una miscela di sonorità melodiche e rabbiose ben amalgamate, arma che risulta essere più che vincente. Bella realtà e sorpresa della serata, ottima tecnica individuale ed esecuzione di gruppo unita a una professionale tenuta del palco e alla fortuna di godere di suoni magicamente portati ad un’ottima qualità, probabilmente i migliori, fa’ dei B.T. forse il gruppo che ha saputo offrire la miglior prestazione. Bravissimo il cantante Brandan, che si rivela ottimo frontman, animale da palco, coinvolgente e abile sia nel movimentare il pubblico presente, sia nell’eseguire tutte le parti vocali sia screaming che melodiche senza sbavature. Quasi tutte le canzoni proposte sono estratte da “The Truth”, loro ultimo album uscito anch’esso per Roadrunner Records. Non c'è da stupirsi se una buona fetta dei presenti sia di età media composta da ventenni e anche numeroso è il pubblico femminile, perchè i B.T. sanno proporre con gran personalità la moda del momento ovvero cori melodici, riffs granitici e stacchi mozzafiato in rapida sucessione. Questo fa’ anche sì che l’attenzione sulla splendida Marta sia subito distribuita a tutta la line-up dopo le prime note di “For Love And Failing”, seguita da altri brani dello stesso album come “Confession” e “Love in Slow Motion”. Se vogliamo esser pignoli, la presenza dell’americana sembra esser maggiormente a fine scenico e attrattivo, dal momento che le parti di tastiera sono abbastanza rare anche se ottimamente proposte quando presenti, tali da dire che l’utilizzo di basi potrebbe anche bastare, ma comunque non voglio togliere il meritato voto otto.
Siamo giunti al momento saliente e durante il cambio palco viene montata tutta la scenografia composta da striscioni e luci che accompagneranno la band tedesca per tutta la durata del loro show.
Ore 23:20 salgono sul palco acclamati da tutti e accolti da numerosissimi applausi i Caliban, che incendiano subito gli animi e mettono in movimento un pogo distruttivo che si alternerà per gli interi 40 min. di esibizione. In una serata dove sono presenti quattro band era difficile aspettarsi un tempo più lungo, tanto che un bis finale sarebbe stato più che gradito, ma la prestazione è di gran lunga convincente, rafforzando maggiormente la loro posizione nella scena metal-core attuale. I suoni calano leggermente in qualità ma il combo tedesco è abilissimo nel sprigionare carica e una tecnica da rimaner a bocca aperta. La precisione con la quale vengono eseguite “The Beloved and The Hatred”, Goodbye”e tutti gli altri brani per la maggior parte estratti dall’eccellente “The Opposite From Within” è impressionante e Andy si conferma un ottimo frontman, riuscendo a interagire ottimamente col pubblico e ad essere, scenicamente, sempre presente. Peccato che per esser il tour dell’imminente nuovo album, non sia stata proposta nessuna canzone nuova ma solo il repertorio dei due album di maggior successo. Non è neanche un caso che dall’ultimo “The Undying Darkness” vengano estratte la famosa “Its Our Burden To Bleed” e poco altro, mentre gran parte della track-list è concentrata sul precedente lavoro in studio. Degna di nota anche l’intro elettronica che da gran impatto all’entrata in scegna di Andy e compagni. Nota negativa che penalizza non poco l’esibizione dei cinque è come detto in inizio la solita prestazione pessima del chitarrista Marc come seconda voce; le voci melodiche di suo compito non sono mai convincenti ma tutt’altro quasi a diffidare, a questo punto, che sia lui stesso a registrarle. Un particolare non da poco dal momento che non si parla di qualche coro qua e là ma la caratteristica della band di alternare parti rabbiose e violente, con melodie strumentalmente ben composte. Se riescono a trovare la maniere di risolvere questo problema potranno sicuramente diventare una delle band migliori in sede live come impatto e potenza sonora.
In conclusione c’è da essere sicuramente soddisfatti per tutta la seconda metà della serata, ma anche su quante bands in questo periodo sono in giro in tour ad aprire grandi nomi, ma che non hanno gran che da dire e potrebbero lasciare il posto a bands italiane più valide e meritevoli.

 

Immagini della Serata

 

Recensione di Innerpain Articolo letto 1211 volte.

 

Articoli Correlati

News
Recensioni
  • Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.