«"Resurrection" Press Party»

Data dell'Evento:
04.05.2013

 

Nome dell'Evento:
"Resurrection" Press Party

 

Band:
Death SS [MetalWave] Invia una email a Death SS [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Death SS [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Death SS [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Twitter di Death SS [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Death SS [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagine GooglePlus di Death SS [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di Death SS [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina ReverbNation di Death SS

 

Luogo dell'Evento:
FP Recording Studio

 

Città:
Lammari (LU)

 

Promoter:
Gatti Promotion [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Gatti Promotion .
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Self Distribuzione [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Self Distribuzione

 

Autore:
Marie»

 

Visualizzazioni:
5899

 

Live Report

[MetalWave.it] Immagini Live Report: Steve Sylvester Lammari, Lucca, 4 maggio 2013


I DEATH SS ci accolgono in un pomeriggio di sole all'FP Recording Studio, luogo in cui – sotto la supervisione dello stesso tastierista della band, Freddy Delirio, che ha curato la produzione del disco, ad eccezione del master realizzato dal fonico dei Rammstein Svante Forsbäck – ha visto la luce il neonato album “Resurrection”.
La location è in totale contrasto con l'idea di base, ed arcaica, che vuole il gruppo in umidi ossari e spettrali chiese sconsacrate. Attorno allo studio un giardino luminoso immerso nelle campagne lucchesi, gatti, un delizioso buffet per gli ospiti della stampa ed una band disponibilissima a domande, confronti e a soddisfare le curiosità dei fortunati presenti all'ascolto.

“Resurrection” arriva sette anni dopo la chiusura dell'ultimo sigillo siglata con “The 7th Seal” e sancisce un punto d'arrivo e al contempo di partenza per il sound della band, stanca ormai di essere etichettata con la patina pesante ed anacronistica di “Heavy Demons”.
Un album notevolmente maturo, moderno, innovativo, a grandi linee geniale e dalle atmosfere profondamente curate e d'impatto.
Il luogo scelto dal gruppo per la presentazione del disco si rivela quindi perfetto giacché racchiude tra le pareti dello studio anni di lavoro, sperimentazione, ricerca e premura nella realizzazione di dodici canzoni una più sorprendente dell'altra; al contempo il contesto esterno ha dato una sensazione di respiro, ampiezza ed eleganza che è possibile ritrovare in questo album. Un circolo di armonia ed equilibrio.

Romanzata in questo modo la mia premessa per “Resurrection” può sembrare poco adatta ai DEATH SS in quanto l'aspettativa del fan/ascoltatore medio è sempre qualcosa di quasi estremo e brutale, eppure il gruppo è riuscito a fondere all'impronta horror metal classe e raffinatezza soprattutto nelle rifiniture dei brani con tastiere, cori, cantati e parlati femminili.

Il gruppo ci fa accomodare in studio – che al suo interno ricorda molto uno yacht futuristico poiché allo stile classico del blu e del rosso, colori dominati negli interni, si accostano le mille luci e lucine di monitor, compressori, mixer, casse, convertitori, etc... - e ci introduce all'ascolto del disco.
Sono presenti i DEATH SS al completo nelle vesti di Steve Sylvester, Freddy Delirio, Al DeNoble, Glenn Strange e Bozo Wolff – unica eccezione per la performer ufficiale della band, Dhalila, che per motivi di distanza (vive a Londra) non è potuta essere presente, ma il gruppo ci rassicura della sua continuità all'interno della band nelle future date, sia singole che tour.

Freddy predispone il mixer per il passaggio di ogni brano mentre Steve passo dopo passo argomenta dettagliatamente liriche e musiche. Brani già conosciuti al pubblico come “Revived”, “The Darkest night” e “Ogre's lullaby” - colonne sonore del piccolo e grande schermo di: L'ispettore Coliandro (Manetti Bros, Rai Fiction), The Darkest night (Salvatore Vitiello, Scuola Nazionale di Cinema Indipendente) e Paura 3D (Manetti Bros) - si alternano a pezzi inediti come “The Crimson Shrine”, “Star in sight” e “The Song of Adoration” con evidente matrice Sylvester-crowleyana. Steve si aggira come uno spirito guida e con sconvolgimenti sciamanici propone all'ascoltatore di intraprendere un viaggio. Un viaggio pieno di coscienza e consapevolezza nel mondo dell'occulto e della magia in senso simpatico, letteralmente, con simpatia, ovvero cercando di suscitare in chi si accosta al disco un certo tipo di emozioni e atmosfere particolari che spronino, anche a chi magari non è abituale seguace della band, un'apertura mentale e luminosa.
Un altro ottimo connubio che si è sviluppato nel tempo è stato quello tra Steve e Freddy a livello compositivo. Con magistrale maestria Delirio ha composto scheletri di synth, piano e horrorifiche, taglienti ed acidamente bon ton melodie come quella della prima citata “Ogre's lullaby”, definita dallo stesso Sylvester come “il brano più horror mai composto dalla band”.
Il rapporto ormai strettissimo tra cinema e Death SS prosegue nell'ascolto di “Eaters”, “Devil's Graal” e “Precognition”, brani realizzati per film omonimi.
E ancora “Dionysus” (ipotetica hit da rock club chic) , “Santa Muerte” (sigla di S.I.S., online fiction dai connotati polizieschi ed oscuri che vede Sylvester nel cast) “Bad Luck” (qui i DEATH SS mettono bene in chiaro una cosa circa la leggenda che li vede ormai da più di trent'anni additati come portatori di sfortuna: è una condizione personale, singola ed universale decisamente al di fuori dal loro controllo, ovvero, datti un'occhiata attorno e alle spalle e prendi coscienza che forse la sfortuna di cui vai parlando è solo un tuo rimando energetico. Personalmente trovo chi perpetra in quest’obsoleto pregiudizio ignorante e molto divertente.).
La mia intenzione attuale non è quella di voler recensire il disco, che uscirà con grande probabilità il sei giugno sul mercato, e di cui mi occuperò a momento debito, ma quella di raccontarvi che incredibile novità e allo stesso tempo che incredibile ritorno sia “Resurrection”.
Sia per la vecchia guardia, sia per chi voglia avvicinarsi a questa band solo ora,
“Resurrection” è un evento, una tappa, un disco fondamentale.

Finito l'ascolto dell'album ci sono stati sottoposti i videoclip di “The Darkest Night”, “Ogre's lullaby”, “Dionysus” ed “Eaters” dove è possibile godersi i non morti, belli come non mai grazie ad Evil Make Up.
I primi due video già editi e rintracciabili sulla piattaforma Youtube. Gli ultimi invece assolutamente inediti. “Dionysus” con richiami a “More” dei Sister of Mercy per echi ed ispirazione scenica, anche la pasta della ripresa, i colori digitalizzati ricordano un'epoca di vent'anni precedente alla nostra, il gruppo mantiene comunque una presenza scenica invidiabile anche in questo contesto, nel video sono presenti anche tre fanciulle – che non risultano come performer della band - che ahimé non riescono a far dimenticare ai fan e agli affezionati le seducenti movenze della bellissima Dhalila.
“Eaters” è un video da guardare e da riguardare. Algida ambientazione post atomica di fabbriche e zombies. Qui Sylvester assume vesti mai viste prima: un prete zombie. Un make up impressionate, estremamente reale e terrificante – in questo caso realizzato da Carlo Diamantini – che in aggiunta all'abilità del Vampiro di muoversi come sotto l'impulso di un'immaginaria direzione alla Mario Bava da un impatto d'insieme sconvolgente.


Queste le mie considerazioni circa il ritorno dei DEATH SS che ho trovato in estrema forma e quindi ipoteticamente pronti per riprendere l'attività live sospesa per anni che forse, a detta degli stessi, potrebbe ricominciare in estate con una data nel sud del Paese.

Curiosità:
1) La copertina del disco “Resurrection” è un'opera inedita e concepita apposta per la band da Emanuele Taglietti, firma d'oro del fumetto horror-erotico degli anni '70/'80 che minuziosamente ha rapito e trasposto, tra fuoco e fiamme, i Death SS sulle sue tavole.



2) Durante la conferenza stampa ho colto una sfumatura del gruppo che mi ha riempito il cuore. Riferendosi a un mea culpa affrontato ne “Il Negromante del Rock” (autobiografia di Steve Sylvester – Edizioni Crac) in relazione ai suoi rapporti con gli animali, la band si è esposta e ha preso una posizione rigidissima di difesa nei loro confronti dichiarando per altro che i componenti della band sono vegetariani (lo stesso Steve, DeNoble o Glenn Strange) o vegani (come Freddy Delirio). Un piccolo vociare attorno a me del tipo: “ma è una contraddizione”.
Contraddizione? Do what thou wilt, in libertà e rispetto di chi c’è attorno, e gli animali di sicuro non hanno un ruolo minore.

Voglio dirvi solamente per questo di attendere con ansia e grandi aspettative “Resurrection”, perché tanti di voi troveranno molte più risposte in quei brani che in una rassegna stampa di tre ore.

 

Immagini della Serata

 

Recensione di Marie Articolo letto 5899 volte.

 

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