«Gods of Metal 2008»
27.06.2008
Nome dell'Evento:
Gods of Metal 2008
Band:
Iron Maiden
Avenged Sevenfold
Rose Tattoo
Apocalyptica
Airbourne
Laureen Harris
Black Tide
Kingcrow
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Luogo dell'Evento:
Arena Parco Nord
Città:
Bologna
Promoter:
Gods of Metal
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Live in Italy
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Autore:
Alcio»
Visualizzazioni:
2553
Live Report
Quale miglior modo per festeggiare il proprio trentaquattresimo compleanno se non andando a vedere l'unico gruppo di cui io possa comprare un disco di rutti sotto la doccia riuscendo anche ad apprezzarlo: gli Iron Maiden?
Il buon Jerico si vede che lo sapeva e così mi ha spedito alla prima giornata dell'edizione 2008 del Gods Of Metal, che arriva puntuale anche quest'anno ritornandosene all'Arena Parco Nord di Bologna, dopo la parentesi meneghina del 2007, e per un completo week-end, senza spezzettamenti e/o formule strane.
Rimuginando sul bill del giorno, mi ritrovo a pensare che tutto sommato non ci sono band chissà quanto valide, per cui non vedo l'ora di arrivare alla fornace del Parco Nord per testare se i miei “sensi di ragno” sono ancora a posto o se necessitano di una bella rodata.
Buona grazia del solito traffico in zona Firenze, riesco a perdermi sia l'onnipresente Frate Metallo (oramai ospite fisso del Gods e quest'anno pure per presentare il suo ultimo lavoro discografico) sia le prime due band in cartellone: i Kingcrow, che davvero ero curioso di vedere all'opera in un contesto così grande, ed i Black Tide. Spero non me ne vogliano i ragazzi dei due gruppi.
Non sono invece riuscito a perdermi Laureen Harris. Ok: mi sta bene che è la figlioletta prediletta del buon Steve; mi sta bene che presenti un hard rock saltellante e tutto sommato simpatico; mi può anche stare bene che sia una ragazza piacevole e che canti scalza..... ma che palle! Nelle ultime tre tournee dei Maiden, ho visto Laureen e la sua band all'opera tre volte! Sono dell'opinione che ci sono band altrettanto valide che ambirebbero suonare su questi palchi: mi va bene dare una mano ad una sculettante pulzella... ma non le basta già suonare in giro la propria musica grazie al cognome di papino??
Veloce cambio palco ed entrano in scena gli Airbourne: quartetto australiano cresciuto a pane ed AC/DC. I nostri sciorinano il loro rock scontato e risentito quanto vi pare, ma energico, divertente e di sicuro impatto e riescono a scaldare gli animi dei numerosi kidz presenti sotto palco nonostante la temperatura e l'onnipresente polverone che si solleva nella zona compresa tra il palco ed il mixer. Il chitarrista si guadagna anche i suoi 5 minuti di gloria grazie ad una arrampicata in free-climbing, con chitarra a tracolla, sull'intelaiatura che regge il palco: un pazzo scatenato!!!!
Altro cambio e sul palco arrivano degli scranni il cui schienale è un mix tra un violoncello ed un teschio: è il momento degli Apocalyptica.
Mi impressionarono molto quando li vidi dal vivo insieme ai Rammstein, e mi hanno impressionato molto anche in questa occasione: spaccano il culo a molte band senza neanche una chitarra o un minimo di distorsione (a parte l'uso sporadico del Wha-Wha e alla batteria). Vista l'ora abbondante a loro disposizione, si sono permessi di spaziare molto nel loro repertorio ed anche di “tralasciare” qualche cover dei Metallica (tipo “Master of Puppets” che tutti reclamavano) per suonare la loro versione di “Hero” di David Bowie (registrata con Till Lindermann dei Rammstein), una versione molto azzeccata di “Nothing Else Matters” e diversi brani da “Reflections”, chiudendo con un brano di musica classica.
Altro cambio di palco e salgono sullo stage i redivivi Rose Tattoo: sono australiani, uscirono a livello mondiale sulla scia dei connazionali AC/DC (visto che peraltro ne sembrano la copia carbone), sono tutto sommato divertenti, ma onestamente dopo 3 pezzi mi avevano annoiato. Tutto già sentito, tutto già visto, tutto tranquillamente evitabile.... pure i 15/20 minuti di boogie per far cantare al pubblico il ritornello di “Nice Guys don't play rock and roll”, il 90% dei quali manco la conosceva. Onore al merito, tanta simpatia per il singer basso, tarchiato, pelato, con tuta da lavoro e gilet in pelle con toppe, per il bassista che sembra il classico biker sessantenne stereotipo dei filmacci americani.... ma non vedevo l'ora che finissero il loro show! Grazie al cielo si è concluso in orario!
Altro cambio di palco ed è la volta degli Avenged Sevenfold, band americana che ultimamente sta facendo molto parlare di sé. Dopo averli sentiti e visti suonare mi viene da pensare: perché? La loro musica è scialba, piena di riferimenti e riff presi da cinquecento generi diversi, senza un minimo di gusto nel metterli insieme. Un Arlecchino sonoro fatto di sdoppiati di chitarra che devono molto agli Iron Maiden, brani thrasheggianti (ma blandamente), qualche richiamo al metal core ed orribili corettini che fanno tanto emo (forma contratta di “e mo ti rompo gli ammennicoli con la mia musica”). Il cantato non è mai né troppo graffiante, né particolarmente eccelso. Il chitarrista solista sbaglia clamorosamente tutte le parti in sweep-picking degli assoli, ma durante uno in particolare riesce a collezionare talmente tante cappelle che preferisce far finta che gli si sia rotta la chitarra, cambiandola. Il batterista vale davvero poco, il bassista è un tizio completamente anonimo, il cantante scimmiotta (visivamente) Rob Halford senza avere manco un decimo della sua voce ed il resto è noia. Mi domando tutta una serie di cose. Primo: come cazzpita fa una band così scialba ad incidere per Warner Bros? Secondo: come fa una band così inutile a suonare per penultima al Gods of Metal??? Terzo: ma chi compra i loro dischi, ha mai sentito heavy metal e si è mai fatto un'idea di quello che significa avere un suono proprio e del talento compositivo???
Fatto sta che non devo essere stato l'unico a pensarla così: la gente inneggiava ai Maiden (il quintetto americano ci è anche rimasto molto male) e tirava sul palco di tutto, panino con salame compreso (a detta del calvo singer... ammesso che sappia cosa sia in Italia un “salami-sandwich”).
Bah... per fortuna smettono lo strazio del loro concerto con qualche minuto di anticipo rispetto al programma!
L'atmosfera si riscalda, tutti i tantissimi-ma-non-so-quanti presenti si accalcano in cerca di un posto migliore: stanno per salire sul palco gli inossidabili Iron Maiden!!!!
Il palco è tutto ornato con fregi egizi, il fondale presenta una sorta di mix tra gli artwork di “Powerslave”, “7th Son” e “Somewhere in Time”. Con qualche minuto di anticipo (c'è ancora il sole), parte “Doctor Doctor” e tutti iniziano a delirare. Winstone Chruchill inizia il suo discorso e poi esplode “Aces High” in tutta la sua ancora attuale potenza! Subito ci rendiamo conto che i suoni sono davvero migliori di quelli delle ultime discese italiche della band e che la band è in splendida forma: pensate che si vede zompettare sul palco anche mister Adrian Smith, sempre col suo applombe molto british ma davvero più mobile del suo solito!!! I primi pezzi suonati sono quelli di “Live After Death” per la gioia di chi quei pezzi li adora e non finirebbe mai di sentirli: cioè tutti!
Erano anni che non vedevo i Maiden così in forma! Peraltro, sentire brani storici come “Powerslave”, “Rhyme of the Ancient Mariner”, la grandiosa “Wasted Years”, “Revelations”, “The Trooper”, la oramai cult “Fear of the Dark”, l'anthem “Iron Maiden” e...... tutte le song insomma, grazie ad una scaletta davvero azzeccata e basata solo ed esclusivamente su quelli che davvero sono i loro grandi classici!!! Le due ore di concerto, per noi che eravamo sotto palco, sono state da una parte lunghe e faticose per le spinte, il caldo, le botte, i pestoni sugli alluci, i capelli tirati, dall'altra indubbiamente molto appaganti, perché ci hanno permesso di gustare la mimica facciale di Bruce Dickinson (che è anche riuscito a fare l'imitazione di un gorilla facendo ridere da matti Dave Murray in pieno assolo). Davvero il miglior concerto dei Maiden che io abbia mai visto (e sono parecchi oramai). Lo show, dopo neanche 5 minuti di pausa si è concluso con “Moonchild”, “The Evil that Man Do” e “Hallowed be Thy Name”. Davvero una scelta strepitosa per salutare un pubblico caloroso che il sestetto britannico pare amare molto! Il buon Dickinson, cui non vorrei mai dire un segreto a quanto pare, ha anche salutato tutti confermando che i Maiden stanno lavorando ad un nuovo disco e che il prossimo anno saranno di nuovo in Italia!!!
Alla conclusione dello show, devo dire che il mio fiuto aveva visto lungo: la Live in Italy è riuscita a riempire l'Arena Parco Nord sostanzialmente solo con gli Iron Maiden, visto che delle altre band si sono salvati dalla mediocrità e dall'anonimato solo gli Apocalyptica e, parzialmente, gli Airbourne, ma è doveroso dire una cosa: gli Iron Maiden hanno davvero spazzato via tutti gli storcimenti di naso di chi come me non ha gradito appieno il bill della giornata di festival. Ammetto di avere anche rosicato abbastanza nel non avere avuto le ferie per il 28 ed avere notato quanto la scaletta del secondo giorno sia strepitosa! Faccio, però, un plauso all'organizzazione che è ha riportato il Gods in una zona accessibile un po' a tutti i kids italiani (Bologna), allestendo molti stands, delle zone ristoro in punti strategici, ed accogliendo tutta la marea di metallari festanti senza alcun problema di rilievo! Mi domandavo però, se non fosse meglio – per il futuro – pensare di dare più spazio a delle band nostrane di valore (tanto ci sono i Maiden che richiamano gente) piuttosto che a delle band estere davvero scialbe!
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Recensione di Alcio Articolo letto 2553 volte.
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