Intervista Flash: New Babylon

Immagine di New Babylon New Babylon è il nome di un nuovo progetto che va ad inserirsi nella multiforme e tumultuosa scena metal italiana. Jerico ha intervistato per voi i ragazzi del gruppo: sentiamo cosa hanno da dire!

 

Visto che siete alla prima intervista in questo sito, perché non presentate ai nostri lettori quando ed in che modo avete iniziato il vostro percorso nel mondo underground?

Matt - Ciao! Come band il gruppo si è formato nel 2006. La necessità mi venne per dare "sfogo" a sonorità diverse rispetto a quelle che proponevo già da una decina d’anni con la mia band "madre" (gli Enemynside). All’epoca la line-up era completamente diversa e nel corso degli anni il sound si è affinato, anche in relazione ai numerosi cambi di formazione.rnrnSgt - Io sono nella band dal 2012, ho passato i vent’anni precedenti a suonare musica altrui, perché pensavo non valesse la pena fare musica originale tanto per dire "Questo l’ho scritto io", a meno di non avere del materiale veramente valido. Dopo aver sentito un paio di brani dei New Babylon ho chiesto subito dove dovevo firmare.rn

Da quali generi e bands è influenzato il gruppo?

Matt - Devo dire che l’esplosione della scena scandinava di metà anni 2000 è stata fonte di ispirazione, sia per la nascita dei New Babylon che per la stesura dei primi pezzi. Band come Backyard Babies, Hardcore Superstar e Crashdiet, con quel piglio hard rock un po’ dannato e tormentato, hanno stazionato a lungo nel mio stereo, influenzando di conseguenza il sound della band.rnrnSgt - Nella band veniamo tutti da gusti ed esperienze abbastanza diverse: io per esempio ho mangiato per anni pane e hard rock, con una buona farcitura di blues e una spruzzata di soul...ma l’energia ruvida del songwriting di Matt mi ha coinvolto facilmente!rn

So che potrebbe non essere facile farlo, ma potreste commentare il vostro ultimo lavoro?

Matt - Il nuovo lavoro è leggermente diverso dal precedente “My New Baby”. I brani sono più “asciutti” e diretti, anche in virtù del fatto che, rimasti in quattro dopo l’uscita dal gruppo del secondo chitarrista, abbiamo iniziato a pensare alle parti di chitarra in modo differente rispetto a prima. A livello di tematiche posso dire che evitiamo il più possibile di insistere sui soliti cliché rockettari. Niente di troppo impegnato e cervellotico, sia chiaro, anche perché per noi l’importante è che le parole “rotolino” bene e siano al servizio della musica.rn

La scena metal underground è indubbiamente inflazionata da tantissmi gruppi, per cui (spesso) risulta necessario presentare delle composizioni che si facciano notare nel marasma delle varie scene musicali. Ritenete che le vostre canzoni abbiano da dire qualcosa in più o di diverso da quello che è già stato detto nell'affollatissimo mondo metal?

Matt - Be’, spesso noto che in alcuni generi (e l’hard rock è fra questi) quello che conta è la forma più che la sostanza. Cioè, l’importante a volte sembra essere più la riproposizione dei soliti stereotipi e modelli, che la qualità della musica stessa. Naturalmente anche noi ci muoviamo in qualche modo all’interno di uno “standard” rock con le sue formule e il suo linguaggio, ma il nostro unico obiettivo è proporre canzoni capaci di rimanere in testa, di farsi apprezzare per la qualità intrinseca invece che per l’aderenza agli stilemi e all’immagine tipica del genere.rn

Cosa pensate del panorama underground nazionale?

Matt - Conosco diverse ottime band che spesso non vengono supportate dalle strutture (addetti ai lavori, media, locali, ecc.) e soprattutto dalla cultura musicale di questo Paese. Non per fare le solite lamentele, ma se per esempio alcune di queste fossero nate e cresciute in Germania o Scandinavia, probabilmente avrebbero vissuto la musica in maniera diversa, più professionale, e di sicuro avrebbero avuto maggiori opportunità. rnrnSgt - Allo stesso tempo, però, bisogna dire che ce ne sono tante, altrettanto in gamba, che preferiscono non rischiare nulla. Mi riferisco alla proliferazione incontrollata delle "tribute band", che a questo punto sembrano essere diventate le uniche in grado di riempire i club. Ho assistito personalmente alla scena in cui un musicista chiedeva in modo esplicito al direttore artistico di un famoso club: "Che tributo ti serve?"rn

La carriera di un gruppo musicale (pur breve che possa essere) è sempre costellata di avvenimenti più o meno positivi. Cosa vorreste cancellare e cosa ricorderete per sempre della vostra esperienza di gruppo, dagli inizi inizi sino ad ora?

Matt - Non credo di voler cancellare niente, ogni cosa arricchisce (positiva o negativa che sia) e lascia un insegnamento che può tornare utile in futuro. Le cose che ricordo con più piacere sono senza dubbio alcuni live. In particolare quello di supporto ai Crashdiet nel 2010, e la trasferta in UK di due anni fa. All’epoca dei Crashdiet la formazione era completamente diversa da quella dell’ultimo Ep e avevamo due chitarre. L’altro chitarrista a quel tempo viveva fuori Roma e all’ultimo momento non riuscì a raggiungerci per il concerto. Così fummo costretti a suonare con una sola chitarra, e in pratica fu la prova generale di quello che saremmo diventati 6 anni dopo. rnrnSgt - Anche per me suonare in Inghilterra è stato divertente e formativo: nonostante il mainstream vada in altre direzioni, da quelle parti il pubblico dei club mi è sembrato ancora piuttosto interessato al buon vecchio e sano rock’n’roll...rn

Come giudicate il veicolo Internet per la promozione della scena musicale?

Matt - Un’arma a doppio taglio: se da una parte c’è posto per tutti, ed è più facile ed economico accedere a qualunque tipo di musica, dall’altra tutti possono mettersi in mostra con un prodotto musicale confezionato magari discretamente, ma senza aver fatto la gavetta necessaria che prima era indispensabile per proporsi all’attenzione della gente. Quando ho iniziato a suonare, nei primi anni ’90, c’erano le riviste e le trasmissioni specializzate: quello che scoprivi attraverso quei canali era già passato attraverso una sorta di “filtro”, quindi eri sicuro che, a prescindere dai gusti e dal genere, si trattava comunque di qualcosa di professionale. Ora l’offerta è sterminata perché questi filtri non esistono più. In questo modo per chi vuole orientarsi nel mare magnum delle produzioni diventa difficile capire cosa è di qualità e cosa meno, perché tutto è contenuto nello stesso calderone telematico. Ecco perché poi i grandi nomi risultano essere sempre quelli più seguiti, perché molta gente stordita dai troppi “stimoli” decide di andare sul sicuro con i grandi classici! rnrnSgt - Sì, infatti anche per quanto riguarda il pubblico, nonostante le opportunità siano aumentate a tutti i livelli, spesso ho l’impressione che ci sia meno curiosità, meno voglia di uscire per andare in un club a sentire una band sconosciuta. Insomma, col fatto che tutto è ormai a portata di click, forse sta vincendo la pigrizia...rn

Visto che ne stiamo parlando.... quanti CD originali acquistate ogni mese? E quanti ne ascoltate?

Matt - Personalmente ascolto sempre un sacco di musica, ma in un mese posso acquistare 5 album, come anche non trovare nulla di interessante per i successivi 3 mesi. rnrnSgt - Be’, nei New Babylon c’è anche chi acquista musica in maniera compulsiva, come il sottoscritto...Diciamo una quindicina di CD al mese, fra rock, blues e soul, con l’ossessione di scoprire sempre qualche tesoro nascosto, nuovo o di quarant’anni fa, che per qualche motivo è passato inosservato.rn

Cosa vuole fare il vostro gruppo da grande?

Matt - Più grandi di così? A parte gli scherzi, ci interessa innanzitutto far conoscere il più possibile il nuovo Ep e vedere che riscontro avrà. Dopodiché valuteremo come muoverci.rn

Ok, ragazzi! Lo spazio a nostra disposizione sta per terminare, ma voglio lasciarvi carta bianca per l'ultimo messaggio. A voi la parola, siete liberi di esprimervi!

Matt - Grazie per il supporto e...teneteci d’occhio!

Intervista di Jerico Articolo letto 1188 volte.

 


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