Intervista: Aborym

Nessuna Descrizione Per noi di Metalwave, ma anche a livello personale in quanto grande fan degli Aborym, sarebbe stato un delitto non intervistare gli Aborym, a seguito di un grande album come “Shifting. Negative”, nonché di un ardito ma perfettamente riuscito cambio di stile musicale totale, ma non del tutto netto, se è vero (come dovrebbe essere) che la musica rappresenta uno specchio o se vogliamo un prolungamento della personalità. In questa intervista abbiamo voluto far luce in parte su “Shifting. Negative”, ma ne abbiamo anche approfittato per approfondire alcuni aspetti del pensiero delle personalità dietro gli Aborym, sia a livello umano che a livello concettuale artistico. Ne è uscita un’intervista ricca di concetti esposti ed analizzati e che personalmente reputo una tra le migliori mai pervenute, scritta da un musicista, Fabban, che di stare fermo proprio non ne vuol sapere e che invece mostra un incredibile entusiasmo nell’apprendere e nello studiare storia e nuove tecniche compositive, e che si fa notare positivamente per un pensiero molto definito e dotato di spunti interessanti. Buona lettura!

 

Buongiorno Aborym, "Shifting. Negative" è ormai uscito e nonostante il vostro netto cambio di stile è stato comunque largamente apprezzato. Trattandosi di un album complesso e parecchio sfaccettato, desideriamo sapere tutto sulla sua realizzazione dal punto di vista compositivo e dal punto di vista tecnico. Avete carta bianca!

Ho iniziato a scrivere il disco pochi mesi dopo l’uscita di “Dirty”, nel 2013 quindi. Per me tutta la fase creativa in pre-produzione ha una forte valenza, pertanto tendo sempre a trasformare in musica tutto ciò che ho in mente in quel momento o in quel periodo, usando la musica come una sorta di supporto per fissare delle idee, dei pensieri, delle considerazioni, i miei punti di vista su determinate cose. Nel momento in cui inizio a fissare alcune strutture o dei passaggi tendo a fare il modo che siano avvolti dal mood di quel momento, dal mio stato d’animo in quel momento e da quelle che sono le sensazioni che voglio in qualche modo concretizzare. I computer e le macchine mi permettono una certa stabilità e velocità pertanto mi riesce molto facile fissare le idee nel momento in cui arrivano, quindi il mio modo di lavorare è concentrato molto sulle demo. Demo che poi subiscono modifiche su modifiche, implementazioni, manipolazioni... spesso smonto e rimonto interi passaggi su HD o su sequencer fino a quando le cose iniziano a suonare come voglio. Quindi il processo di lavoro non è cambiato: ho lasciato molto più spazio a soluzioni accidentali, soprattutto durante il lavoro sui modular synth. E’ molto complicato replicare fedelmente tutta una serie di combinazioni di suoni e frequenze ottenute dalla combinazione di 10 o 15..o 30 moduli ad esempio, e in questi casi mi sono spesso affidato al caso. La mia regola è: se suona bene usalo. Rispetto ai dischi precedenti ho lavorato da solo al song-writing, senza neanche sapere chi avrebbe registrato cosa, pertanto ho fatto in modo di poter essere assolutamente autonomo e indipendente nella gestione degli strumenti, della struttura dei brani fino alle scelte legate al mood delle canzoni. Con l’arrivo di Dan V le mie demo sono state ulteriormente modificate e le strutture sono state ottimizzate in base ai testi e insieme abbiamo iniziato a lavorare duro su quello che per noi era un obiettivo in comune: fondere l’anima digitale dei brani con quella acustica. Abbiamo lavorato il 90% di tutto ciò che è Shifting.negative basandoci sulla combinazione e l’interazione di macchine digitali, sintetizzatori, campionatori, modular synth con strumenti acustici come la batteria, pianoforte, chitarre, droni o roba Folktek.. suonando fisicamente, modificando le take in tempo reale, cambiando in tempo reale i parametri su un fuzz o di un riverbero a pedale ad esempio… Alla fine di questo lungo processo ne abbiamo iniziato uno successivo ed altresì fondamentale, ovvero quello legato agli arrangiamenti e a tutta una serie di rifiniture, legate soprattutto alle frequenze di ogni singolo suono. È stato un lungo viaggio durato tre anni. Abbiamo imparato tantissime cose.. sbagliando, riprovando, sbagliando ancora..

Una domanda che magari odierete, ma che trovo necessaria per i nostri lettori: gli Aborym hanno praticamente tagliato con un tipo di Black Metal nel quale avevano personalità sia musicale che sonora, per ricominciare da capo. È necessario domandarvi cosa è successo per farvi arrivare ad una conclusione così drastica, sia a livello musicale che a livello umano.

Se la musica che suono non mi fa stare bene, se non mi regala sensazioni, se quello che sto facendo non mi appaga e non mi fa sentire a posto con la mia coscienza artistica, non ha senso per me farlo. Quando si fa musica bisogna decidere se prendere per il culo se stessi e di conseguenza la gente che ascolterà la nostra musica oppure seguire il proprio istinto e fare musica che fa vibrare qualcosa di importante dentro e che ci diverte fare. E quando c’è sincerità tutto questo, te lo garantisco, arriva anche agli ascoltatori. Il black metal è un genere musicale che oltre ad annoiarmi terribilmente ha iniziato seriamente a farmi letteralmente schifo per la sua pochezza di maturità, nella musica, nell’audience e nella stragrande maggioranza degli esaltati che lo ascoltano e lo venerano. Lo considero come qualcosa che è destinato al dimenticatoio per chi ha fame di musica vera. Faccio fatica, proiettandomi avanti di una 30ina d’anni a considerare una qualsiasi band black metal nello stesso modo in cui continuerò a considerare gruppi come Pink Floyd, John Zorn, o Massive Attack, Brian Eno.. invece che Ozric Tentacles, Einsturzende Neubauten..e colossi del genere insomma. Non c’è partita. La musica che rimarrà nel tempo è tutto tranne che il black metal e di tempo ne ho sprecato troppo. La vita corre veloce e le chances non sono infinite. Bisogna indirizzare bene il colpo. Io non sento nessuna spinta interiore a fare black metal e a prendermi per i fondelli. Ho una fortissima esigenza di fare musica di livello, musica di qualità, concepita con mente e cuore e che arriva dritta agli ascoltatori. Qualcosa che possa lasciare un segno e che tra 30 anni possa permettermi di riascoltare con un sorrisetto che nasconde orgoglio e fierezza stampato in faccia.

Fabban: anche la formazione è del tutto rinnovata, con alcuni nomi noti e altri personalmente non noti. Vorresti descrivere questi membri e come hai pensato che potessero essere compatibili col tuo stile musicale?

Questi nuovi musicisti si sono praticamente auto-selezionati. Come ti dicevo prima ho lavorato da solo alla composizione del disco e gli altri si sono uniti di volta in volta. Danilo Valentini (Dan V) è entrato in punta di piedi, ha iniziato a mettere le mani sulle mie demo e ha ottimizzato tutte le sezioni di chitarre e basso. Narchost ha sempre lavorato per Aborym, in diverse circostanze e con modalità diverse e anche Stefano Angiulli si è unito al gruppo dopo aver messo le mani su tutti i brani sulle partiture synth in fase di arrangiamento. Il nostro batterista invece è entrato dopo una lunga serie di provini e ora lavora stabilmente con noi in studio. Tutti si sono dimostrati non solo compatibili attraverso i fatti, ma addirittura un plus notevole. Hanno tutti un enorme talento e hanno fame. Le cose funzionano perfettamente ora. Siamo un grosso ingranaggio in movimento.

"Shifting. Negative"... il nome dell'album si presta a diverse interpretazioni, come "spostarsi via dalla negatività" o al contrario "tagliare con il passato per una nuova forma di negatività", e da certi titoli appare una certa cripticità, come "Going Places" o "Big H". Qual è la chiave interpretativa dei testi di "Shifting. Negative"?

Il titolo è semplicemente legato a due punti fermi del disco: il cambiamento, inteso come sfrontato e repentino cambio direzionale artistico e prettamente legato alla nostra modalità di fare musica e la negatività, una sorta di fil rouge che raccorda tutti i concetti, le parole, i testi di questo disco… Ho scritto tutto ciò che mi è venuto in mente osservando la gente, guardando i TG in tv, leggendo i giornali; ho scritto di cose che mi sono accadute, ho scritto di cose che ho sempre desiderato e non ho mai ottenuto, di cose che avevo e ho perso; ho scritto di periodi di isolamento, della mancanza di ottimismo; ho scritto della violenza dei pochi nei confronti dei tanti, delle disparità sociali; ho scritto di eroina, di solitudine e in alcuni casi anche di speranza; ho scritto degli uomini...che spesso sono il vero ed unico problema di loro stessi.

Musicalmente abbiamo notato in sede di recensione come "Shifting. Negative" gioca sulle contrapposizioni e sugli opposti, sulla caotica frammentazione di generi musicali, e come siano le parti più lente e dilatate dell'album a suonare più inquietanti invece di quelle più mosse. Commentate questa mia osservazione.

Ma sì.. è la tua analisi, e va benissimo... Vedi.. un punto di forza di questo disco è che apre le porte alle interpretazioni, lascia che le persone vengano stimolate.. Non è un disco fatto da 4 powerchord e da strutture che sono copie di copie di copie e di copie.. Ho letto tantissime interpretazioni diverse, ma tutte molto ponderate.. Voglio dire.. alla base ci sono state delle analisi, la gente ha ascoltato con attenzione, ha usato il cervello, è entrata NELLA musica e ne è uscita con delle sensazioni e delle considerazioni. Tutto questo per me è fantastico. La musica dovrebbe essere questo… l’artista consegna musica, chi ascolta consegna all’artista visioni, sensazioni e stati d’animo. Un loop. E’ fantastico..

Negli ultimi album degli Aborym abbiamo notato che avete un debole per citazioni da film. In particolare, "Shifting. Negative" ha una traccia chiamata "You can't handle the truth" che fa riferimento alla famosa frase in "Codice d'Onore" ("A few good men" in inglese), mentre in "Dirty" c'erano riferimenti a Twin Peaks in canzoni come "Raped by Daddy". Commentate questa mia osservazione, e a tal proposito vi chiedo se anche "Fire walk with us" è un riferimento al film di David Lynch chiamato "Fuoco cammina con me".

Si, esatto.. “You can’t handle the truth” invece non ha nessun riferimento a quel film. Il testo parla prevalentemente della rabbia che si prova quando si prega Dio per una vita intera, aspettando un segnale ed un aiuto che non arriva mai e che trasforma le convinzioni ed una fede granitica in rabbia, in rancore e in una totale assenza di punti di riferimento. E quindi la consapevolezza che il Dio dell’uomo forse è se stesso.

Sempre parlando dei testi, pare che ultimamente parliate di attualità in termini apocalittici. Qual è il significato e il pensiero alla base di testi come "Irreversible crisis", "Decadence in a nutshell" o "Helter skelter youth"?

Sono un grande appassionato dei movimenti rivoluzionari e reazionari contro il sistema americano negli anni 70.. Ho letto molto sulla Weather Underground, un'organizzazione della sinistra radicale statunitense fondata nel campus di Ann Arbor nel Michigan.. e delle loro tesi rivoluzionarie in simbiosi con Black Power, all’ostruzionismo alla guerra in Vietnam e di tutta la lunga serie di attentati nella metà degli anni 70. Helter Skelter nacque su questi presupposti, e da li il caso Manson... ripreso in “Helter Skelter Youth” così come in “Going new places” e “10050 Cielo Drive”. “Irriversible Crisis” nello specifico parla di questi movimenti rivoluzionari creati da gente comune pronta a tutto per sovvertire il sistema e detronizzare i padroni e i potenti. Mi ha sempre affascinato perchè pur essendo un movimento di sinistra si espanse fino a coinvolgere gente proveniente da altre estrazioni politiche… Questo rappresenta qualcosa in cui ho sempre creduto: penso che se vuoi vincere bisogna stare uniti. Uniti si vince… diceva Roger Waters..

Avete realizzato un videoclip per "Precarious", una esperienza straniante con tanto di immagini verso la fine del Reattore n.4 di Chernobyl. Quali sono le idee alla base di questo video e come si collegano al testo della canzone?

Volevo accompagnare con le immagini il testo di Precarious in modo intimista. E’ un testo decisamente particolare… non direi triste, ma drammaticamente realista. Parla di quel senso di disagio che ti accompagna durante tutta la giornata, da quando ti svegli a quando tenti di addormentarti la notte, che si prova quando ti accorgi che tutto quello che hai fatto è sbagliato, o se non altro inconcludente. Il disagio e quel terribile senso di vuoto che provano in tanti, tutti coloro che vivono sul filo di un rasoio, senza un futuro definito, magari con il portafogli vuoto, con le rate da pagare, con i problemi che chiamano altri problemi, navigando in un mare pieno di squali pronti a staccarti un braccio. E vedono tutto sfocato, non hanno punti di riferimento, non hanno certezze e hanno perso tutto ciò che avevano costruito. Anni fa ho provato tutto questo e in parte, a fasi alterne, è qualcosa che mi accompagna tutt’oggi e ho scritto un testo che parla di tutto questo. In questo momento penso a quanto sia “attuale”, penso alle vittime dei recenti terremoti in Abruzzo ad esempio, alle famiglie che hanno lavorato per una vita e hanno perso tutto in pochi minuti. Sono partito per Taranto, città dove ho vissuto fino al ‘96 e ho filmato tutta una serie di posti che frequentavo, le strade che percorrevo per andare a scuola, il mio quartiere.. posti che ora mi fanno un effetto strano. Un mix di rabbia, panico, felicità, angoscia e malinconia. E ho in qualche maniera accompagnato il brano con queste immagini, rievocando quel senso di precarietà di cui parlavo prima, mostrando nella parte centrale alcune immagini di quando ero bambino. Il mood di quel video sta in tutto questo. Fai un percorso, costruisci qualcosa, vivi la tua vita e poi tutto questo scompare e non è dipeso da te. E non puoi fare niente. Devi solo accettarlo anche se sai che verrai giudicato per ciò che ti sei lasciato dietro. Mi piace fare video, è una cosa che ho realizzato da poco, ma mi piace lavorare con le immagini. Quel video è piaciuto a molti e pochi giorni dopo la pubblicazione sono stato ingaggiato dai Deflore e ho realizzato un videoclip per loro.

Gli Aborym degli inizi erano una band Black Metal, con tematiche cyber o alien (come scrivevate) dove si parlava tra le altre cose di Satanismo e anche alcune cose politiche. Sappiamo sia che la politica è stata ben presto tolta dagli Aborym, sia che gli Aborym non sono più Black Metal, ma quanto è rimasto di Satanico negli Aborym?

Sono argomenti che non solo non mi interessano ma che mi guardo bene dall’avvicinare. In passato ho fatto il mio percorso, sbagliando clamorosamente, avvicinandomi a qualcosa di veramente negativo e che per molti anni ha influenzato “negativamente” la mia vita, le mie relazioni con le persone, con la mia famiglia, con gli amici. Ero diventato come una spugna e assorbivo solo merda per poi vomitarla in faccia agli altri. Satana, Dio, la madonna, Buddha e Maometto per me non esistono, perché non hanno mai risolto i miei problemi o della gente che li venera. E semmai esistessero davvero io sono qui, pronto a stringere loro la mano e parlare. È che ci piace pensare sia così, ma non è così perché esiste veramente ciò che sei, cosa fai e come lo fai. Tutto il resto, nel bene e nel male, è una conseguenza. Credo ci siano cose più importanti a cui pensare e davvero non riesco a capire come ci possa essere gente che nel 2017 perde tempo prezioso con queste idiozie. Il bene o il male esistono perché esiste l’uomo. Penso questo e non mi serve parlare d’altro. E poi.. spesso non credo in me stesso, figuriamoci se posso credere in qualcosa che non vedo.

Fabban: in un'intervista per una radio dicesti che per te Suonare equivale a Respirare, Vivere, e che per te la Musica è una Terapia. Se non siamo troppo indiscreti, vorresti approfondire questo discorso?

Si.. Credo che ognuno di noi, ognuno in modo diverso magari, abbia una valvola di sfogo o qualcosa che in qualche modo spegne momentaneamente l’interruttore e apre scenari diversi. C’è chi torna a casa e si mette a giocare con la playstation e chi come me riesce a trovare un habitat di totale benessere facendo musica, in studio su un sequencer o sui sintetizzatori.. Questo è uno spaccato della mia giornata in cui i problemi non esistono. Nel momento in cui faccio musica mi sento bene, alzo i muri, lascio problemi e persone dietro di loro e me la vivo come in uno stato di estasi. La musica per me è un antidolorifico dall’effetto immediato ed è assolutamente non nocivo per la salute. Per me non esiste niente di più gratificante.

In un'epoca come questa di frammentazione del linguaggio e dove discorsi caotici da social network tramutano l'opinione della gente in osservazioni labili e spesso marginali, è facile essere nichilisti e distruttivi. Che tipo di messaggio vogliono lasciare gli Aborym odierni?

Dici bene.. Internet ha dato tanto e ora inizia a riprendersi indietro qualcosa. Fa parte del gioco e dell’intelligenza o della demenza della gente. Sinceramente non voglio lanciare messaggi particolari. Io scrivo solo cose che mi riguardano in prima persona e dico le cose che penso, ma non ho bisogno di consensi, di deprogrammare le persone o di profetizzare. Scrivo cose che magari, per chi le legge, invitano alla riflessione.. ti fanno fare dei ragionamenti.. ma non è necessariamente corretto dire che ciò che scrivo è la cosa giusta. È semplicemente quello che penso io. Tanto più che credo fortemente che le persone negli anni di messaggi ne abbiano ricevuti fin troppi e hanno il cervello in merda. Il tempo degli eroi è bello che andato a farsi fottere da un bel po’, amico, la gente non ha bisogno di messaggi. La gente ha bisogno di ripulirsi e di iniziare a vivere. Perché io vedo gente profondamente infelice. E tanto incazzata.

Ragazzi, l'intervista è giunta alla fine, a voi le ultime parole famose.

Semplicemente grazie per questa chiacchierata. E’ stato un piacere. Nel 2017 ci sarà nuova musica di Aborym. Restate svegli.

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Intervista di Snarl Articolo letto 3592 volte.

 


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