Intervista: Lilyum

Lord J.H. Psycho È per me un vero piacere riaccogliere tra le pagine di Metalwave i Lilyum, un gruppo Black Metal con sede d’azione prevalentemente piemontese che ho seguito sin dagli inizi, e nei quali ho sempre creduto ci potesse essere un ottimo potenziale, dimostrato nei primi due album e anche nell’ultimo “Glorification of Death”, già elogiato in fase di recensione. La curiosità delle opinioni sul nuovo album, che sembra aver suscitato un minimo di sensazioni contrastanti, il breve periodo di silenzio dei Lilyum che ha preceduto questo album nonché alcuni cambi di formazione hanno a mio avviso reso necessarie due chiacchiere con i nostri ragazzi. Buona lettura.

 

Bentornati sulle nostre pagine cari Lilyum, è passato un po’ di tempo da che pubblicavate anche due dischi all’anno. Cos’è successo che ha rallentato la produttività dei Lilyum?

(Kosmos Reversum) Il nuovo album è stato pensato e costruito in maniera meno istintiva rispetto al passato, abbiamo curato di più alcuni aspetti, tra cui la produzione. In più all’inizio abbiamo avuto dei problemi con le registrazioni eseguite in uno studio qui in Torino, che sono state poi cestinate perché venute davvero male a livello di sound. Il tutto è stato ripreso e ri-regitrato, e nel frattempo sono venute fuori nuove idee ed arrangiamenti che nella prima stesura del materiale non c’erano ma che ci sembrava giusto inserire.

“Glorification of Death” è il vostro nuovo album, descrivetecelo!

È un disco che mantiene inalterate quelle che sono da sempre le nostre coordinate stilistiche. Abbiamo cercato solo di ottenere un sound più corposo e nitido, ma musicalmente cerchiamo sempre di trovare un equilibrio tra atmosfere apocalittiche, anche dettate dall’uso della batteria campionata, affiancate ad elementi che pescano nelle basi più classiche del genere. Non cerchiamo di essere i più originali, ma leggendo alcune recensioni di questo nostro ultimo capitolo e di quelli passati, mi rendo forse conto che le nostre idee hanno dato vita ad uno stile non ortodosso e sempre interessante, a prescindere che poi piaccia o meno. Allo stesso tempo, “Glorification Of Death” si presenta un po’ diverso dal solito, ma diciamo che questo è un nostro tratto distintivo, ovvero cercare di rimanere noi stessi senza stravolgere nulla, ma aggiungendo ogni volta qualcosa di nuovo, per rendere la nostra musica non statica. Abbiamo cercato di forgiare le canzoni tenendo conto anche del titolo e delle tematiche trattate nell’album, in modo da creare un disco in cui i brani fossero legati da un filo conduttore, ma non nel senso del classico concept album.
Volevamo ricreare il passaggio dalla vita terrena a quella non terrena, attraverso la nostra musica. “Glorification Of Death” è come uno scrigno dove al suo interno puoi trovare un libro che ti racconta minuziosamente i sentimenti che si possono provare in questa vita terrena, filtrati sotto l’ottica cinica dei Lilyum, e ti accompagna dal principio del viaggio fino alla fine. Ma il disco è stato più pensato per omaggiare il tema della morte, in quanto credo che questo aspetto abbia un fascino incredibile proprio per ciò che rappresenta, il punto forse più alto di un viaggio che volge al termine.

Xes è il vostro nuovo cantante. C’è stata una evoluzione delle tematiche trattate? Se sì descrivetele per i lettori di Metalwave.

Xes è ormai con noi dal 2011,e comunque c’è solo stata un sistemata in line-up, in quanto Lord J.H.Psycho è sempre con noi, ma si occupa di più della parte strumentale. Credo che siano due cantanti diversi in tutto; Xes è dotato di una timbrica più profonda e abrasiva, per certi versi death-oriented, Psycho era più orientato su uno scream prettamente black metal, ma variava anche su altri registri. Come temi trattati siamo sempre noi, l’odio, la negatività e la morte sono i nostri punti cardine,e non credo che il cambio di cantante abbia cambiato le carte in tavola. Inoltre, come accennavo, il nuovo album è totalmente incentrato sul tema della morte, intesa come fine di un percorso, ma anche come simbolo di rinascita, come espresso in cartomanzia dalla carta numero 13 degli Arcani Maggiori.

Nel corso degli anni i Lilyum hanno manifestato un talento per dei moods delle composizioni grigi e mesti, ma anche un talento per le partiture più tipicamente old school, e questo si sente nella cangianza umorale dei brani. Commentate questa mia descrizione.

Ti ringrazio molto e credo tu abbia ragione. Noi abbiamo sempre espresso il nostro stile senza troppi condizionamenti o paura di uscire dal seminato... Non ci è mai interessato far parte di qualcosa, di essere “True”, e questo aspetto continua a dare fastidio a coloro che devono essere coccolati all’interno del loro nido. Noi in un certo senso rompiamo le barriere e sgretoliamo un modo di pensare alla musica troppo limitato. Cerchiamo di essere estremamente sinceri in quello che facciamo, senza paura di metterci troppo a nudo, del resto poco ci importa. Se quello che tu hai notato è quello che mi dici, vuol dire che siamo riusciti nel nostro intento, perché in effetti i sentimenti primari nei LIlyum e di me stesso sono sempre in bilico tra estrema collera e disagio psichico.

Canzoni come “Veins of Stone” manifestano un lato inedito dei Lilyum, cioè quello corale e con tastiere. Come è avvenuta questa scelta?

In realtà le tastiere erano già state usate su “Ultimatum”, il nostro primo full-length, e le abbiamo riutilizzate in questo disco, seppur con parsimonia. La scelta è avvenuta in maniera abbastanza consapevole, perché riascoltando alcuni pezzi del disco abbiamo pensato che su alcune tracce, come appunto quella da te menzionata, le tastiere avrebbero aggiunto quel quid in più. Agiamo sempre secondo nostri parametri e per gradi, più il processo compositivo va avanti e più le idee si arricchiscono. Non è però sempre detto che ci troviamo nella condizione di aggiungere qualcosa alla idea primaria di un brano ma anzi, a volte capita il contrario. Credo che tante cose accadono e basta, e nessuno sa da cosa scaturiscano veramente alcuni processi, e spesso in musica questo aspetto è ancora più marcato.

Siete una delle poche bands che pur avendo una formazione, non fa concerti. Come mai? Com’è la situazione musicale a Torino, la città del quartier generale dei Lilyum?

In primis i Lilyum hanno due componenti in Torino e uno nelle Marche, ovvero Xes. In passato ne avevamo anche uno in Sicilia (Frozen). Già questo è scoraggiante per affrontare dei live show. Poi non credo che il nostro stile abbia bisogno di altre manifestazioni per “colpire”. Abbiamo notato che chi ci segue, accetta di buon grado questa scelta e la capisce. Penso che un concerto metal, punk o black metal debba essere memorabile e incisivo. E nel black metal mi è capitato poche volte di vedere dei concerti davvero degni di nota. Sono sicuro che potremmo imbastire una bella scaletta, e tutti noi, al di fuori dei Lilyum abbiamo accumulato una discreta esperienza sui palchi, quindi non mi spaventa molto l’idea di salirci, se questo per caso è quello che alcuni pensano. Tanti credono che alcune band non si esibiscono live per insicurezza in se stessi o nei propri mezzi, ma nel nostro caso non è così, siamo tutti adulti e con molta esperienza live alle spalle, sebbene fatta con altre band. Mi chiedo, più che altro, perché tanta gente sia così sicura che esibirsi dal vivo sia così importante per la collettività e abbia smania di farlo. I dati poi rivelano il contrario: affluenza ridicola, locali inadeguati, acustica troppe volte insufficiente, palchi larghi come un fazzoletto, e infine esibizioni tante volte imbarazzanti. A chi potrebbe interessare un live così? Forse fino ad una certa età ma dopo i 30 anni pensi che sia una perdita di tempo per te e chi ti vede, e infatti la gente se ne sta a casa, a volte per loro pigrizia, a volte con motivazioni sacrosante, che tante band sembrano non voler capire…Nel nostro caso, poi, per organizzare una data o addirittura un tour, dovremmo pianificare tutta una serie di spostamenti e ingaggiare dei turnisti, e siccome noi tre abbiamo tra l’altro anche altri progetti musicali (che si affiancano alle priorità quotidiane per tirare avanti), mancherebbe forse anche il tempo, oltre la volontà.

A livello di qualità sonora non siete cambiati di molto e decisamente non volete fare un disco dal suono totalmente pulito e raffinato, come mai?

Il nuovo disco per me è decisamente più pulito come sound, ma questa tendenza la si poteva già notare su “Nothing Is Mine”. Se ascolti gli ultimi due dischi e li confronti, ad esempio, con “Crawling In The Past” o l’ep “Human Void”, credo sia impossibile non notare il cambio di sound. Non mi capacito davvero di questo tipo di annotazione, nel senso che da una parte puoi anche avere ragione, perché cerco in sede di registrazione, produzione e mastering di adottare più o meno sempre le stesse procedure per trovare una continuità col nostro solito trade mark, ma dire che non siamo mai cambiati è una affermazione un po’ esagerata. Per me siamo cambiati eccome! Il fatto di fare un disco pulito e raffinato non rientra tra le nostre priorità, ma è innegabile che non siamo nemmeno degli adoratori dell’attitudine falsamente lo-fi che tanti ancora si ostinano a mantenere, ma nella quale non credono veramente.

Non ho mai negato che vi considero tra i miei preferiti del Black Metal italiano, al momento. Pertanto, reputo la vostra band più che qualificata per dare consigli su come fare Black Metal per qualche giovane leva che vorrebbe cimentarsi con questo genere musicale. Diteci tre cose che secondo voi sono indispensabili per fare Black Metal, e diteci tre cose che a vostro avviso non possono minimamente stare nella testa di uno che vuole fare Black Metal.

Ti ringrazio del complimento, ma credo che altri siano forse più in grado di dare consigli del genere. Non penso che i Lilyum siano dei mostri, penso solo che tanta gente ci ami e altrettanta ci odi, perché nel giro di 5 anni abbiamo sfornato una tonnellata di roba, mantenendo una qualità media delle releases piuttosto alta, e questo dà fastidio. Il segreto di tutto sono le idee. Se hai quelle vai avanti. E poi l’attitudine giusta e la voglia di lavorare. Tutti questi elementi non sono mai mancati in casa Lilyum. Abbiamo sempre cercato poi di non accodarci a qualche strano trend, e in Italia negli ultimi anni ne ho visti diversi, compresa una sorta di propensione ad aggregarsi sotto sigle altisonanti, per impressionare e fare proseliti tra coloro che soffrono della sindrome del “cazzo piccolo”. Quale miglior ricetta se non mescolare black metal, “avanguardia”, “elitarismo” e “patriottismo” scrauso molto simile a quello espresso quando gioca la nostra Nazionale di calcio? Credo ci sia ancora diversa immondizia da debellare, ma il marcio maggiore in questo paese è nella mentalità, davvero troppo ristretta.
Mi chiedi tre cose importanti che non dovrebbero esistere nel black metal, e cerco di risponderti:

- Togliersi dal vincolo di DOVER fare ad ogni costo black metal.
- Debellare il depressive, o buona parte di esso, il quale ha generato tanti disadattati che credono di essere e ascoltare black metal.
- Debellare Alcest e suoi derivati.

Parlateci dei vostri progetti futuri, nuove releases, dei vostri vari side projects, concerti e quant’altro.

Tutto andrà come deve andare, ancora non ho deciso di smettere, ma ti parlo del qui ed ora…Spero al più presto di potermi rimettere al lavoro su nuova musica, non so con che nome uscirà, con che forma e quando, ma le idee non mi mancano per adesso…

Ultime parole famose...

Grazie Per questo spazio! Se volete contattarci per ordinare il nuovo album o anche solo per scambiare due chiacchiere potete farlo qui:
lilyumband@libero.it
http://www.facebook.com/lilyumofficial1
Naked Lunch Records: https://www.facebook.com/pages/Naked-Lunch-Records/200876893454003?fref=ts
K.R.

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Intervista di Snarl Articolo letto 3147 volte.

 


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