Intervista: Cayne

Nessuna Descrizione I Cayne sono in giro con diverse formazioni da molti anni; dalla fine del millennio, si legge sulla pagina facebook, quando Claudio Leo e Raffaele Zagaria, ex chitarre dei niente nientepopodimeno Lacuna Coil, decidono di costituirla; il tempo passa e cambiano le persone che si avvicendano nel gruppo fino all'ultimo più stabile ritorno. Infatti nel 2011 rilasciano un ep di quattro tracce di modern rock che flirta con un po' di metal e tantissimo dark pop; la produzione manco a dirlo ha un taglio nettamente radiofonico. Ma per oltre un anno non si sono più sentiti. Ritornano ora con un nuovo album completo, edito dalla Graviton Records e con un taglio diverso dal precedente ep: meno divagazioni estreme, sempre prodotto con suoni gonfi, ma meno contorto. (Apprendiamo con tristezza che alla vigilia dell'uscita del album è scomparso Claudio Leo; MetalWwave si unisce al cordoglio e riporta questa intervista anche in segno di ricordo di un musicista che si è sempre impegnato per la diffusione di musica metal propria, in un paese difficile come questo).

 

Nonostante esistiate ormai da ben oltre dieci anni, mi sento in dovere di darvi spazio per presentarvi meglio anche sulle nostre pagine.

Grazie per lo spazio che ci state offrendo, innanzitutto. I Cayne nascono nel 1999 dopo che Claudio Leo e Raffaele Zagaria escono dai Lacuna Coil dopo l'uscita del loro primo CD. Nel 2001 esce il primo disco dei Cayne intitolato “Old Faded Pictures” e dopo un tour la band si ferma per ripartire solo nel 2006, quando Claudio Leo incontra Marco Barusso (chitarrista e produttore) per riformare totalmente i Cayne con una nuova formazione e nuovi stimoli. Da qui il duro lavoro di scrittura dei nuovi pezzi e concerti ovunque, l'uscita dell'EP Addicted nell’ ottobre 2011, il tour italiano di supporto ai Lacuna Coil di fine 2011 ed ora, il 14 febbraio, l'uscita del nuovo cd intitolato “Cayne” e pubblicato dalla Graviton Music Services e distribuito in Italia da Artist First e scaricabile anche dallo store di iTunes.

È passato oltre un anno dal vostro ultimo ep “Addicted”, anzitutto ci piacerebbe sapere: che tipo di riscontro ebbe, in termini di vendite e pubblico?

“Addicted” è andato molto bene, il tour del 2011 di supporto ai Lacuna Coil ci ha aiutato parecchio, abbiamo trovato molti nuovi fan che non vedevano l'ora che uscisse il disco nuovo e anche come critica è stato accolto molto bene. È stato un lungo cammino, ma sapevamo di avere delle canzoni con una marcia in più e volevamo dare un piccolo assaggio di quello che sarebbe stato l'album intero. “Addicted” e i riscontri positivi che abbiamo ottenuto ci hanno dato ancora più forza e ci hanno fatto ricevere parecchia attenzione da parte di media e di etichette discografiche, cosa che volevamo assolutamente

E poi naturalmente, come mai avete atteso così tanto per un ritorno discografico? Precisini o impossibilitati?

Direi entrambe le cose. Volevamo tornare sul mercato solo con un disco che fosse una bomba sonora e dove tutte le canzoni fossero al top; se qualcosa non ci convinceva la cambiavamo o ci lavoravamo sopra fino a renderla perfetta. Il grosso del lavoro è stato fatto da Marco Barusso, nostro chitarrista, produttore, e artefice di tutto il disco; l'ha registrato, mixato e arrangiato. Il più grosso merito spetta a lui. Ma siamo stati anche impossibilitati ad uscire prima in quanto non trovavamo la giusta casa discografica e anche per aspettare qualcuno dei nostri amici/ospiti che puoi ascoltare sul cd come Paul Quinn dei Saxon. Abbiamo dovuto rimandare di qualche mese perché assolutamente voleva fare da guest in una nostra canzone. Un grande Paul, un nostro vero fan!!!

A vostro parere, in un un paese come il nostro, la musica alternativa esiste oppure no? Voi avete sicuramente avuto degli agganci importanti, ma cosa suggerireste ad un gruppo che vuole partire da zero, o quasi?

Ma noi di agganci ne abbiamo avuto solo uno, se si può chiamare aggancio: la grande amicizia che legava Claudio a tutti i ragazzi dei Lacuna Coil, che ci ha permesso di fare un tour con loro e basta. Per il resto direi che il lavoro paga sempre e soprattutto bisogna pensare in grande, in maniera professionale, curando tutti gli aspetti di un gruppo, partendo dalla musica, dalle performance dal vivo, il look, lo stile, l'attitudine; nulla va lasciato al caso e tutto deve rendere la band credibile e fiera della propria proposta.

Parliamo del nuovo album: trovo che sia ben distante dall'ep, meno soluzioni estreme, molti più refrain “catchy”, una registrazione meno ampollosa e più equilibrata; cos'è cambiato nell'approccio alle canzoni?

MARCO BARUSSO: Beh, l’EP era solamente uno scorcio su quello che potevano essere i Cayne, ma quei brani erano stati pensati come parte del disco, quindi parte di un insieme che avrebbe contenuto pezzi estremi e pezzi tranquilli; a quel tempo i brani del cd erano stati già praticamente quasi tutti registrati, ma anche se tre brani del’’ep fanno anche parte del cd devo ammettere che i nuovi mix mi suonano più equilibrati.

Così tanti anni nel mondo della musica; vi sentite ancora ispirati per le composizioni da musica che non sia la vostra? Quali sono i vostri abituali ascolti? Personalmente ho percepito non lontani echi di produzioni americane.

MARCO BARUSSO: Quando scrivo dei brani generalmente parto da delle idee estrapolate dai riff che mi vengono in mente quelle poche volte che riesco a prendere la chitarra in mano non per lavoro ma per divertirmi; quindi posso benissimo essere influenzato da quello che sta succedendo intorno a me in quel momento. l’America arriverà dal fatto che suono spesso sul divano mentre guardo NCIS boh, ma francamente di musica americana attuale ne ascolto davvero poca, non mi attrae. Sul metal tendo ad essere più attratto da band come Gojira, Meshuggah, Opeth, Katatonia, oppure Porcupine tree etc. Se no band storiche tipo King Crimson, Genesis, Camel, Led Zeppelin. L’ascolto di una band piuttosto che un’altra può sicuramente stimolare il mio stato d’animo di quel momento, ma difficilmente mi viene da mettermi li a cercare di copiargli i riff, me ne vengono già in mente un sacco di miei.
Se per produzioni americane ti riferisci al mio suono, beh, l’ultimo disco dei Lacuna Coil l’ho mixato io ed è arrivato al 15 posto della classifica di billboard negli USA, probabilmente il mio tipo di sonorità funziona pure per loro.

Il vostro sound punta ad un pubblico ampio, l'ammorbidimento del sound sembrerebbe dimostrarlo; c'è qualcosa a cui state puntando, forse un luogo particolare dove vi piacerebbe suonare o una figura importante con cui vorreste esibirvi dal vivo?

Noi ci riteniamo un “rock band” e basta quindi non abbiamo cercato di ammorbidire il nostro sound; queste sono le canzoni che sono venute fuori durante la fase di composizione che è nata qualche anno fa. Nasceva un'idea di Claudio con un arpeggio e diventava in sala prove un brano come “Like The Stars”, non ci poniamo limiti di genere. Un luogo dove vorrei esibirmi sono sicuramente gli USA e spero un giorno potremo arrivare là; sono sicuro che potremmo trovare il nostro spazio. Una band con cui ho sempre sognato di esibirmi sono i Killing Joke e avremo la fortuna di farlo 15 Marzo all'Hammerfest in UK, durante il nostro tour europeo insieme agli americani Viza: un sogno che diventa realtà! Sono gasatissimo all'idea di poter incontrare Jaz Coleman, uno dei miei idoli!!!

Non avete mai fatto mistero che i fondatori Claudio e Raffaele sono stati i chitarristi dei Lacuna Coil durante gli esordi, periodo in cui la band era già in bella vista e sotto contratto con la Century Media; quanto ha aiutato la band in termini professionali, ma anche di semplici contatti per realizzare il proprio materiale e diffonderlo, per suonare dal vivo...?

Tutti i componenti dei Lacuna Coil erano grandi amici di Claudio e tutti noi li conoscevamo ancora prima di andare in tour con loro. Hanno sempre seguito i Cayne e quando c'è stata un'occasione ci hanno dato una mano. Li ringrazieremo sempre, abbiamo imparato tantissimo da quella esperienza e ci siamo anche divertiti tantissimo.

Come si promuove in maniera efficace di questi tempi un album? Quali sono i mezzi e le mosse che ritenete opportune per emergere? E a proposito di questo quanto ritenete che sia possibile per un gruppo rimanere per lungo tempo visibile?

Oggi ci sono moltissimi mezzi per cercare di essere ovunque e per far girare il nome di una band. Internet aiuta moltissimo e con pochi soldi puoi investire in siti e programmi che ti catapultano un po' ovunque. Noi abbiamo preferito puntare su una macchina promozionale fatte di persone che conoscono benissimo l'ambiente e i canali giusti per promuovere le nostre canzoni, il nostro disco, il nostro video e i nostri concerti. Con la nostra casa discografica, la Graviton Music Services, abbiamo unito le forze per cercare di fare le mosse giuste per far girare il nostro nome più possibile. Un passo alla volta e al momento giusto, e noi ci stiamo godendo ogni momento ora.

Grazie per le risposte e per il tempo che ci avete concesso! A voi l'ultima parola, dite ciò che volete ai lettori di MetalWave.

Grazie a tutti voi di MetalWave, continuate a seguire i Cayne e come diceva il nostro grande Claudio Leo: STATE METAL!!!

Intervista di June Articolo letto 3064 volte.

 


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