Intervista: Gotthard

Nessuna Descrizione ...poco prima della loro esibizione sul palco del "Gods of Metal", il bassista Marc Lynn ci ha dedicato un po' di tempo, introducendoci alll'ascolto della band. Ecco cosa ci siamo detti...

 

Ciao Marc, Benvenuto su MW!!!

Ciao Cathy, sono molto contento del vostro interesse verso i Gotthard e verso me!

Sono molto contenta di poter scambiare due parole con un artista di tale importanza quale sei, forte di 12 anni di esperienza assieme ai Gotthard, band della quale sei cofondatore. La band nasce nel 1992, quando io ancora non ero nata! Per questo, diciamo che mi sono “persa” i primi anni di attività. Potresti riassumere brevemente la storia dei Gotthard per chi vi ha conosciuti in tempi recenti e per chi ancora non vi conosce?

…Ricordo che ogniuno desiderava suonare uno strumento, e, una volta comprata la prima chitarra, o basso, o batteria, logicamente il sogno comune era imparare a suonarlo e poter entrare a fare parte di un gruppo!
Così, gruppo dopo gruppo, mi sono ritrovato a suonare con Freddy in occasione di un open air a Lugano, nel canto nticino, della parte svizzera italiana…
Lì ho conosciuto Steve e Leo, che mi hanno proposto di suonare con loro come bassista.
Ci ho riflettuto molto,e, dopo un anno, ho accettato ed abbiamo iniziato a suonare insieme, componendo il primo album, che abbiamo registrato a Los Angeles, dove abbiamo trovato Hena, che si trovava là ed aveva appena finito gli studi presso l’istituto per i musicisti… Così lo abbiamo “reclutato” come batterista.
Successivamente, abbiamo “inserito” Freddy come secondo chitarrista… e così sono passati tanti anni di lavoro che hanno portato alla luce numerosi CD… Ed oggi siamo ancora qui, con gli stessi obiettivi di sempre: musica di buona qualità, CD ben strutturati e rendere bene durante le esibizioni live!

Ti ricordi com’è che è iniziato il tuo “innamoramento” con la musica?

Quando avevo 4 anni sognavo di imparare a suonare il piano, ma i miei genitori mi hanno detto che non potevo perché avrei potuto infastidire i vicini...
Così a 6 anni ho iniziato a suonare la chitarra classica, e mi sono messo a studiare.
...Gli schemi e le regole dettate dalla musica classica, però, non mi permettevano di suonare qualcosa di più moderno...
A 13 anni, il ragazzo di mia sorella mi ha fatto vedere i primi riff...e devo ammettere che mi si è aperto un mondo...così ho pensato: “Si, la musica classica va bene...Ma NON per ME!!!”

...Per essere un musicista, devi essere molto professionale: devi studiare ed esercitarti sempre, sacrificando una buona parte del tuo tempo libero... ma a volte questo non basta, poiché bisogna fare dei compromessi... Così io ho accettato di suonare il basso, perché era ciò di cui aveva bisogno la band, ed io non potevo permettermi di fare i capricci...

Se tu dovessi riassumere la tua esperienza con i Gotthard attraverso una playlist, che tracce sceglieresti?

Allora, inizierei con un brano di Joe Satriani: “Summer Song”, perché è una canzone energica e fresca, che penso possa descrivere come mi sia sentito all’inizio, quando avevo la mente piena di progetti, sogni e voglia di fare!
Dopo, sceglierei una ballad…direi qualcosa dei Metallica…poiché, dopo l’euforia iniziale, inizi a scontrarti con le prime difficoltà…Ma il combattimento ricomincia, perché non bisogna mai abbattersi….Si deve lottare per cercare di realizzare quello che si sogna!!!
Dopo tanti alti e bassi…come conclusione scelgo una “very happy song”…magari qualcosa di noi…Perché tutte le sere, quando vado a letto dovrei “alzare il pollice” e dire: “ oggi è stata una bella giornata!”…e se ci sono dei giorni in cui non proprio ti senti soddisfatto…devi fare in modo di esserlo!

…Credo che in 20 anni di attività, sarà capitato qualche episodio divertente… Potresti raccontarmene uno?

Per fortuna sul palco non ci è mai successo nulla…
Però ricordo di un episodio…

… Una sera, durante una breve sosta per fare benzina, un membro del gruppo esce dal tourbus in maglietta e pantaloncini per andare al bagno…
Sfortunatamente per lui, che non aveva avvisato nessuno della sua momentanea assenza, noi ripartiamo, sicuri di essere tutti presenti.
Anche se sul bus faceva caldo, fuori erà già freddo poiché era novembre…quindi il povero disgraziato è rimasto ad aspettarci vicino al benzinaio, sicuro che saremmo tornati indietro.
Quando capisce che non ci eravamo ancora accorti della sua assenza, inizi a fare l’autostop, per cercare di poter raggiungerci dove dovevamo suonare…

La sera del concerto, lo vediamo entrare con una espressione alquanto irritata, così gli domandiamo cosa sia a dargli tanto fastidio…
Lui risponde con queste parole:” Dovete pagare il taxi”.
Inizialmente ci rifiutiamo, poiché pensiamo che sia andato a fare un giro da solo, senza dirci niente…ma dopo averci spiegato che lo avevamo dimenticato all’autogrill…scoppiamo in una risata generale, che scioglie la tensione prima del concerto!

In questi ultimi anni le “esplosioni” delle nuove tecnologie, soprattutto internet ed i social network, hanno facilitato molto le comunicazioni. …Come si sono inserite nella tua vita? Hanno facilitato il rapporto con i fans?

Certamente, qualche anno fa la pubblicità era in mano alle riviste cartacee, ma devo ammettere che il mondo digitale ha apportato molte modifiche…alcune negative, altre positive.
Il problema si verifica quando facebook “sostituisce” il contatto diretto con gli amici.

…In oltre devo ammettere che oggi il mondo è più veloce, e rischio spesso di non “cogliere l’attimo”, poiché è tutto un susseguirsi di avvenimenti, e rischio di non avere più tempo per me stesso e per le mie riflessioni.

…Una curiosità: ormai siete conosciuti, avete venduto milioni di dischi nel mondo…Penso che tu possa ritenerti soddisfatto di quello che sei riuscito a costruire, per questo mi domando:”Hai ancora dei sogni”?

Certo che ne ho!
Fino a quando non suonerò tutte le sere in uno stadio, non posso ritenermi soddisfatto.
Chiaramente, continuerò a lavorare molto per raggiungere il mio obiettivo, che potrà realizzarsi come potrà rimanere un sogno…ma se non mi creo degli stimoli, non posso pretendere di andare avanti!

…Per quanto riguarda la storia del gruppo, penso che il fatale incidente del 5 ottobre 2010 abbia profondamente segnato la band… Personalmente, come hai affrontato l’accaduto? [Ovviamente puoi esimerti dal rispondere, e chiedo scusa se si è dimostrata una domanda inopportuna]

Essere un gruppo, per me, non significa soltanto voler fare musica insieme.
Penso che essere un gruppo sia qualcosa di più, poiché alla base c’è un legame profondo ed una amicizia sincera…è per questo che all’inizio ero distrutto… forse perché ero presente sul luogo dell’incidente: ricordo che avevamo preso parte al trip di moto insieme…E ricordo il camion che passava a pochi metri di distanza da me…e…

…Penso che l’unica cosa positiva di tutto questo sia che io sia ancora vivo: ho rischiato di morire con lui…potevamo morire tutti…ma per ignote casualità, per fortuna, io sono ancora qui…

Il cantante è un punto fondamentale per una band…quindi ci siamo ritrovati senza sapere che cosa fare: tutte le nostre certezze erano svanite da un momento all’altro…
Si, avevamo perso il cantante, ma, soprattutto, avevamo perso un amico.
Ovviamente ci siamo presi del tempo per riflettere: volevamo davvero mollare tutto? Avremo avuto la forza per riuscire ad andare avanti?

…Ricordo il periodo di alti e bassi: la sensazione di non riuscire a fare nulla, di non poter andare avanti…La voglia di mollare tutto e lasciare che la vita mi scivolasse addosso… e poi i giorni in cui pensavo che non dovevo mollare, che ce l’avrei fatta…

Dopo un lungo periodo di riflessione, abbiamo deciso che dovevamo andare avanti e che si sarebbe continuato a suonare, sperando nell’arrivo della persona giusta .
Sono arrivati tantissimi nastri, poi secondi nastri…Un periodo di valutazione non solo tecnica, poiché avevamo bisogno di un nuovo compagno: non ci interessava che fosse “perfetto”, volevamo qualcuno che fosse capace e che avesse delle buone capacità nel comporre, ma soprattutto, che fosse sensibile, umano e che avesse voglia di passare il tempo con noi e con la musica…perché ciò che è fondamentale per noi, è… che SIAMO un gruppo!

...Prima hai detto che vi interessa molto la creatività, l’umanità e la sensibilità che ogni componente possiede. ìAvete dei ruoli particolari durante la fase di componimento? In generale, invece, come vi muovete?

Si, ognuno di noi ha dei compiti ben precisi, a seconda delle proprie caratteristiche: Nic, ad esempio, ci rappresenta, poiché, essendo il cantante, incarna la figura con la quale veniamo identificati, Leo, in genere, si occupa della fase di registrazione, Hena dei contatti con i fans, ed io della parte amministrativa...
Ognuno ha il proprio “reparto”, ma ovviamente, ogni scelta viene valutata da tutti e alla fine le decisioni vengono prese insieme.

Credo che avere un proprio spazio sia positivo, poiché ci si sente attivi ed orgogliosi per ciò che ognuno riesce a realizzare nel proprio ambito.
Questo, però, non deve essere uno spunto per sentirsi una “superstar”, perché, come qualcuno prova a primeggiare, gli altri lo tirano giù!
…è questa la nostra forza!!!

Pensando alla vostra esibizione che vi aspetta tra poco, come affronti la situazione e cosa provi quando sei sul palco?

Io suono per due motivi: il primo è perché voglio divertirmi con i miei compagni, il secondo perché quando sei sul palco e vedi tutte quelle persone che sono lì per te, ad aspettare la tua musica…tra noi musicisti ed i fans si crea un forte legame… è uno scambio diretto!
Se, da una parte, riesco ad emozionarli con la mia musica, loro mi fanno sentire che quella musica in cui credo e per cui vivo è arrivata a loro, trasmettendogli qualcosa…ed è una sensazione bellissima!
Io suono per coloro che credono in me, per me stesso, ma anche per un bel sorriso…!

…Quando devo affrontare un concerto so che c’è un pubblico che ha pagato per la mia musica e per questo, a volte mi sento come un “toro nell’arena”, e devo dimostrare loro che quel biglietto è valido, facendoli divertire, emozionare…
E quando ci riesco, tutta quell’euforia mi torna indietro e mi riempie di gioia: è questo il feeling con il pubblico che cerco di creare quando sono sul palco!

…E oggi, sicuramente, salirò sul palco combattendo per quello in cui credo…E spero che la gente riesca ad apprezzare la nostra esibizione e la nostra musica!

Bene Marc, grazie mille per il tempo speso con me… Hai qualcosa da aggiungere? …A te la conclusione!!!

Innanzitutto, grazie mille a te Cathy, per l’interesse che hai mostrato durante l’intervista: è stata una piacevole chiacchierata!
...Poi ovviamente, saluto i fans che ci supportano sempre e che credono in noi...Saluto anche il pubblico italiano…e…VIVA L’ITALIA!!!
E poi, per conclusione, ringrazio tutti coloro che hanno collaborato nella realizzazione di questo evento!!!

Intervista di Cathy Chrow Articolo letto 2399 volte.

 


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