Intervista: She's Mad On Dancing

Nessuna Descrizione E' stato davvero un grande piacere fare una sana chiacchierata con gli She's Mad On Dancing, una band estremamente particolare dotata di mille idee. Ascoltare il loro ultimo disco è imperativo, ma lo è stato anche porre loro qualche domanda per approfondire al meglio ciò che hanno da dire questi ragazzi! Ecco la nostra chiacchierata per voi.

 

Ciao ragazzi! E’ per me un grande onore porre qualche domanda alla band che sta girando nel mio stereo da ormai un mese. Ho ascoltato molte e molte volte il vostro disco e senza ipocrisia di alcun tipo l’ho trovato eccelso. Vogliamo iniziare col sentirvi parlare del progetto She’s Mad On Dancing? Come vi siete formati?

Ci siamo formati nel 2000, Michele (batteria) e Marco (chitarra e voce) allora suonavano in una band death metal e le idee, che cominciavano ad essere davvero tante e che non rientravano in quel progetto, furono sfruttate per crearne uno nuovo. Dopo vari cambi di formazione e un paio di anni dopo, si è unito al progetto Sebastiano Cellentani, con il quale si è formato il sound dei She’s Mad On Dancing come li conoscete ora. Ora con noi al basso suona Tiziano che si è aggiunto alla band dopo l’abbandono di Sebastiano nel 2007.

Parlateci della registrazione di “Normale”.

Normale è stato registrato nella sala prove/home recording di Michele e missato da Paso (Studio 73 di Ravenna) conosciuto l’anno prima durante la registrazione di un mini cd dei Sentence, con i quali allora Michele suonava. Fra i due si creò subito una certa complicità, vuoi per i gusti musicali, o la passione per un “certo” fonico di nome Steve Albini. Non per niente ora suonano insieme nel progetto Buattitime, sempre sotto l’ala della Hot Steel Records. Torniamo a “Normale”: in ogni brano c’è un’attenta ricerca del sound, per realizzarlo sono state utilizzate tre batterie diverse, suonate in due ambienti diversi, e utilizzato fino quattro riprese microfoniche diverse. Per il basso anche, le prese sono almeno quattro; per la chitarra invece abbiamo utilizzato due testate auto costruite da Marco, con un risultato direi ottimo. Per i She’s Mad On Dancing la componente “improvvisazione” è sempre stata fondamentale, così è stato interessante per alcuni brani creare un arrangiamento al momento e anche per le linee vocali che fino ad allora non avevano una forma precisa. Inutile dire che il contributo all’album di Paso è stato fondamentale, si è ritrovato a dover missare nove brani con un minimo di 40-50 tracce per progetto (non male per un trio rock), in soli quattro giorni, riuscendo a fare in ottimo lavoro senza snaturare il materiale originale.

Ci sono state difficoltà nell’affrontare e conseguentemente unire delle sonorità così diverse?

Non è stato facile. Tutte le idee che sono state registrate nel disco fanno parte di lunghe sessioni di improvvisazione da cui sono state tratte le parti che ci stimolavano di più. Abbiamo indagato quelle idee, così sono nati i pezzi di “Normale”.

Siete riusciti a fondere insieme influenze ed atmosfere anche estremamente distanti tra loro. Da dove traete quell’ispirazione da cui poi nascono questi validi brani?

Siamo tre personaggi completamente differenti, con gusti musicali e caratteri differenti. I She’s Mad On Dancing sono questo, l’unione di queste differenze. Anche ora che al gruppo si è unito Tiziano, lui viene da realtà musicali diverse e darà al nostro suono nuove “influenze”.

Domanda critica. Se doveste per forza cercare di catalogare la musica che fate, a quale scena/genere musicale vi accostereste?

Catalogare il nostro lavoro è decisamente difficile. Affondando le radici in determinati movimenti del passato e del presente, ciò che risulta è un viaggio che porta alla creazione di un album difficilmente catalogabile nel panorama contemporaneo. Forse siamo solo un gruppo rock.

Domanda tecnica. Che accordature di chitarra/basso utilizzate?

DOH! Alla Homer Simpson!

Ed ora la domanda bastarda. Immagino che abbiate in mente di registrare e pubblicare un nuovo disco prima o poi. Volete restare bene o male nel “genere” che avete affrontato con “Normale”, oppure volete osare e quindi rischiare di più?

Siamo sempre stati un gruppo che ha vissuto di improvvisazione e sperimentazione, lo dicono anche le molteplici demo autoprodotte. Al momento l’idea è quella di eliminare le strutture dei brani, basta strofe, ritornelli, ma creare dei tappeti che si evolvono ed inserti di temi ricorrenti. Stiamo pensando a nuovi modi d’improvvisazione basate su schemi e probabilmente il nuovo lavoro nascerà su questo.

Avete in mente di affrontare un tour o di fare dei live sfusi in giro per l’Italia quest’anno, magari per promuovere “Normale”?

Considerando tutti i nostri impegni personali, sarà difficile far fronte ad un tour promozionale, anche se sarebbe fantastico. Per il momento ci accontentiamo di trovare qualche data, poi si vedrà.

Sinceramente, come vi vedete tra, diciamo, dieci anni?

Come gruppo? Non ne abbiamo davvero idea! Intanto i primi dieci da gruppo da cantina li abbiamo passati, i prossimi dieci non possono essere che migliori.

Ok ragazzi. Lo spazio termina qui. Intendete aggiungere qualcosa prima di lasciarci? A voi l’ultima parola!

Grazie per lo spazio che ci avete dedicato, speriamo di vedervi ad un nostro concerto!

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Intervista di Carnival Creation Articolo letto 1601 volte.

 


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