Intervista: FolkStone

Nessuna Descrizione Forti di un secondo album meno d'impatto e più "ragionato" (ma ciò non di meno assolutamente sublime), i folk stone si sono dimostrati ancora una volta una delle più incredibili realtà del panorama metal nostrano, col loro folk metal dal sapore fortemente celtico. diamo ora a loro la parola (nella persona di roberta "roby" rota, voce femminile e suonatrice di cornamusa e bombarda).

 

Salve, e benvenuti sulle pagine di Metalwave! Comincerei con il solito rito, ossia qualche cenno biografico a favore di quelli che magari ancora non vi conoscono (pochi, a mio avviso).

Roberta “Roby” Rota :: Ciao! Ok, allora possiamo presentarci dicendo che siamo un gruppo di Bergamo nato nel 2005 e che da allora in poi ha buttato anima e corpo (soprattutto quello, si vede lo stato in cui siamo in giro!?) nella musica folk metal. Il tutto è partito facendo cover di In Extremo, poi piano piano abbiamo cominciato ad inserire pezzi nostri. Nel 2007 abbiamo autoprodotto il nostro demo “Briganti Di Montagna” ed abbiamo cominciato a darlo a locali, amici e a chiunque lo chiedesse. La risposta è stata immediata. Quindi, forti di questo piccolo successo, abbiamo deciso di crederci ancora di più ed andare avanti. Nel frattempo un losco figuro ci venne a sentire una sera d’estate all’ “Arena Sound Festival” a Bagnatica (Bg), luogo in cui si svolgerà anche quest’anno la seconda edizione del “Fosch Fest”, festival che ci vedrà protagonisti insieme a Furor Gallico, Gotland, Draugr e agli headliner Eluveitie! Costui è Richard, il nostro manager, che da allora in poi ci segue costantemente e pazientemente. Vedendo una possibilità di ampliamento del nostro progetto, ci ha quindi fatto da tramite con la Fuel Records/Self distribution, la quale ha deciso di distribuire il nostro primo full-length album “Folkstone”, nel 2008. Con questo disco siamo riusciti a calcare tantissimi palchi, sia in festival italiani (passando da Bergamo arrivando a Prato, Treviso, Bologna), che in superbi festival all’estero (Austria, Germania, Francia, Svizzera), trovando in ogni posto tantissima gente con voglia di far casino sotto il palco e quindi di seguirci nelle nostre scorribande! Spinti dalla voglia di proporre al pubblico nuovi nostri lavori, lo scorso anno ci siamo cimentati in nuovi pezzi ed un particolare rifacimento di uno dei nostri pezzi preferiti, “Rocce Nere”. A Marzo 2010 ecco finalmente venire alla luce il nostro secondo album “Damnati Ad Metalla”, un album con nuove sperimentazioni per quanto riguarda l’impatto con le canzoni e suoni più ricercati. Insomma un album più studiato rispetto al primo e profondamente vissuto. Anch’esso è distribuito da Fuel Records/Self, perché visto che non l’abbiamo fatta fallire la prima volta...la rischiano ancora! Con questo concludo la nostra brevissima presentazione, altrimenti si addormentano tutti alla prima domanda!

“Damnati Ad Metalla”: come sono stati i riscontri sinora per la vostra ultima fatica? Immagino siate fortemente soddisfatti dal risultato finale, no?

Roberta “Roby” Rota :: E’ stato fatto un serio e buon lavoro, sia da parte nostra, che da parte del nostro grande fonico Yonatan Rukhman. Quindi siamo pienamente soddisfatti sia dal punto di vista della resa dei suoni su cd, che dei nostri pezzi. Per ora il riscontro della gente è decisamente positivo. Tanti ci dicono che questo lavoro ha bisogno di un secondo ascolto per essere apprezzato appieno. Questo alla luce del primo album, che invece era d’impatto immediato. Comunque per ora ne rimangono tutti estasiati: speriamo continui così!

Personalmente, ho trovato il vostro sound molto maturato rispetto al debut album: fa parte di un percorso dei Folk Stone arrivato al suo culmine, o col tempo le vostre sonorità matureranno ulteriormente?

Roberta “Roby” Rota :: Assolutamente i Folkstone non sono arrivati al culmine, anche perché significherebbe aver già imparato tutto e aver detto già tutto. No, non mi sembra decisamente il nostro caso. Cerchiamo sempre di migliorarci, sia singolarmente, che come gruppo e cerchiamo sempre novità, vuoi di strumenti, di suoni, di temi da trattare: c’è troppo ancora da fare per fermarsi al punto in cui siamo!

Anche per quanto riguarda il songwriting, il discorso mi è sembrato decisamente molto cambiato. C’è meno baldoria, meno “cenni alcoolici”, a vantaggio di testi più impegnati e mi riferisco anzitutto alle bellissime “Frerì” (alla quale credo sia legato anche il titolo del vostro disco) e “Nell’Alto Cadrò”. Ed a proposito di queste, hanno anche delle dediche ben precise, ce ne potreste parlare?

Roberta “Roby” Rota :: Abbiamo voluto raccontare di altre storie, altri temi che ci toccano personalmente. Sì, il titolo dell’album viene dal coro di Frerì. Il tutto è nato dalla vicinanza alle miniere di ferro site nelle nostre valli. Le abbiamo scrutate fin da quando eravamo piccoli e ci hanno sempre affascinato. Da qui la voglia di approfondire le storie racchiuse in quei cunicoli buii. Ecco quindi che nascono le figure del Frerì, l’addetto all’escavazione del ferro; dei “Boce De Fer”, i ragazzini che facevano da spola tra l’interno delle miniere e l’esterno, portando materiali, attrezzi per il lavoro; la figura del “vecchio”, che racconta tutto ciò che ha visto e vissuto da giovane nelle miniere. Mentre prendevano vita questi personaggi, prendevano vita anche le fatiche vissute da quei ragazzini; le agonie di vita di duro lavoro per poter miseramente mangiare. Pensando ai boce de fer ed ai frerì è nata quindi la voglia di dedicare questo pezzo a tutti i ragazzini e bambini che ancora oggi purtroppo vengono ingiustamente sfruttati nelle miniere..in molte parti del mondo. Per quanto riguarda “Nell’Alto Cadrò”, la canzone è dedicata a Roby Piantoni. Roby è un alpinista deceduto durante una scalata in Tibet, sulle vette dello Shisha Pangma (Gosainthan). Non l’abbiamo conosciuto direttamente, ma la sua scomparsa ci ha toccati, perchè vicini allo spirito delle sue imprese. Pensiamo infatti che chi cada sui monti, cada nell’alto. Chi parte per scalare una montagna parte per una ricerca della libertà di spirito, per staccarsi da una realtà lontana e miseramente bassa, parte per avere un contatto profondo con la natura, deturpata dalla città. Quindi, Roby è per noi un simbolo di chi cade con estrema dignità nell’alto delle passioni da sempre inseguite.

Il mondo cattolico-ecclesiastico mi è sembrato ben lungi dai vostri “gusti”. Ricordo ad esempio le parole di “Briganti di Montagna” (“Non ho bisogno di bibbie o dèi”), mentre nel nuovo c’è la canzone “Terra Santa” nel quale affrontate lo scempio delle Crociate. Qual è, per l’appunto, il vostro approccio ad un qualsiasi tipo di spiritualità?

Roberta “Roby” Rota :: La spiritualità è secondo noi tutt’altra cosa rispetto alle religioni. Quindi, se parliamo di spiritualità, abbiamo pensato ad una frase che riassume il nostro profondo pensiero a questo riguardo: “Paradiso ed Inferno...i Folkstone di tutto ciò si fanno scherno...brindiamo dunque a Madre Terra, che da sempre ci protegge ed è solo lei che detta la nostra legge”! Quando la spiritualità invece viene inglobata e manipolata dalle religioni, allora ci fa proprio incazzare, perchè diventa strumento di sottomissione di interi popoli. In nome di “un unico Dio” si sono fatte, e purtroppo si continuano a fare, troppe assurde atrocità.

Il vostro amore viscerale per le vostre radici trasuda quasi in ogni singola nota. Qual è il vostro rapporto con le orobiche terre e la storia che circonda le vostre lande d’origine?

Roberta “Roby” Rota :: Siamo attaccati alla nostra terra in quanto ci siamo cresciuti. Vi abbiamo rivissuto tante storie di vita raccontate dai nostri vecchi; abbiamo fatto parte della storia dei nostri luoghi; abbiamo scalato (chi camminato veramente, chi fatto qualche passeggiata, eh!) le montagne che ci circondano e che hanno fatto e fanno tuttora da sfondo alle nostre colossali sbronze; insomma, ne decantiamo la bellezza e le tradizioni in quanto le conosciamo e vogliamo rendere partecipi tutti di tutto ciò...lontani e vicini. Ecco, non per ottuso campanilismo, ci tengo a precisarlo.

Non avendo avuto ancora la fortuna di potervi vedere dal vivo, ho potuto solo leggere dei vari report sulle vostre esibizioni, tutte estremamente entusiastiche. Come si svolge un vostro live show? Qual è il vostro approccio allo Stage?

Roberta “Roby” Rota :: Il fatto che tu non abbia ancora assistito al Folkstone show è cosa molto negativa: dovrai rimediare quanto prima!!! Vabbè, in attesa, te lo racconto: il segreto è che ci prepariamo con un maestro yoga per due ore, prima di salire sul palco. Il maestro yoga lo troviamo però nella bevanda gialla con tante bolle. Comunque, partiamo dal presupposto che siamo lì per suonare e quindi per divertirci di brutto e soprattutto per far divertire le persone che ci stanno davanti. Quando saliamo sul palco, quindi, ci lasciamo trasportare dall’istinto, dall’adrenalina...e dalle birrette che non possono mancare! Se poi la gente sotto il palco è scatenata, ci dà estrema carica e ci diamo dentro a più non posso! Non so come sia da sotto il palco, ma ti assicuro che da sopra è un bel delirio (alcoolico)!

Restando in tema, una domanda alla quale tengo particolarmente: ma a quando una data al Centro/Sud?!?

Roberta “Roby” Rota :: Speriamo presto! Voci di corridoio dicono che c’è qualche trattativa per Puglia, Campania (eh, questo lo so decisamente di prima persona ehehe!, n.d.LL.) e Lazio, speriamo di riuscire ad organizzare! Richard sta facendo il possibile per riuscire ad organizzare un po’ di date in posti che non abbiamo ancora esplorato! Ed anche noi ci teniamo particolarmente a non fermarci solo nel Nord. Abbiamo voglia di farci conoscere in tutta la nostra terra italica! Se qualcuno al sud poi ha qualcosa da proporci, bene, si faccia avanti!

Ci parlereste anche dei vostri set acustici? Dalle fotografie che ho visto sul vostro sito, il tutto sembra molto, molto entusiasmante, un viaggio vero e proprio in atmosfere medievali.

Roberta “Roby” Rota :: Lo spettacolo che si svolge in acustico è molto coinvolgente, perché la maggior parte delle volte è a diretto contatto con il pubblico. Quasi sempre infatti non suoniamo su palchi e con microfoni. L’unico microfono è la struttura del vicolo, o la conformazione del sentiero di collina, o il pubblico che si forma a semicerchio intorno. Essendo improntato come spettacolo da strada, giusto per rievocare l’antico mestiere del menestrello e del giullare saltimbanco, è anche più immediato. E’ più da ballo e baldoria nei vicoli dei paesi! Sentire solo cornamuse e tamburi è assai suggestivo. Direi anche che sentire Mastro Lore introdurre canzoni ed intrattenere gli ascoltatori è mooolto suggestivo!

Ampliando l’intervista ad un paio di discorsi più generalizzati, comincerei con Internet. Qual è la vostra visione di questo mezzo di diffusione, molto spesso purtroppo soprattutto illegale?

Roberta “Roby” Rota :: Internet è per noi un mezzo indispensabile oramai. Ci è stato di grande aiuto nella diffusione del nostro progetto. Non c’è altro mezzo più potente per far circolare informazioni sul gruppo, sulle date, sui lavori fatti e in programma. Sull’illegalità ti dirò che non mi stupisce. Una volta si duplicava la cassetta dall’amico, poi si è passati a masterizzare il cd, fino ad arrivare ad arrangiarsi e scaricarsi cd senza chiedere niente (manco il permesso) a nessuno. Penso che tanta gente scarichi illegalmente interi album per sentire se può piacere o no un lavoro. Se piace, poi lo va a comprare (e come dar torto di questi tempi magri!). Anche perché poi chi ascolta musica ci tiene anche ad avere tra le mani un’opera artistica completa, con tanto di copertina, testi scritti...e tutto ciò che sta dietro ad un album. Approfitto per far notare che tutto l’artwork del nostro album è stato curato dall’artista Jacopo Berlendis, che ha fatto un lavoro pauroso! Ha disegnato dalla prima immagine di copertina, all’ultima del libretto: insomma è un’opera d’arte! Ecco, già solo per questo io comprerei il cd! Poi è chiaro che la nostra forza per quanto riguarda la vendita cd rimane la situazione live!

Ed il vostro pensiero sui web magazine indipendenti, come il nostro?

Roberta “Roby” Rota :: Sono realtà interessanti e notevoli ed hanno contribuito in modo determinante a diffondere la musica veramente indipendente. Ammiriamo ed apprezziamo chi si fa in quattro per seguire una passione musicale/giornalistica come la vostra. Crediamo sia importante diffondere cultura musicale e dare spazio e visibilità a gruppi di nicchia! Quindi avete tutto il nostro supporto!

Last but not least, qualora vogliate, due parole sulla scena metal nostrana, magari più specificatamente quella Folk, senza dubbio più inerente al vostro sound. C’è qualche band sconosciuta ai più che consigliereste ai nostri lettori?

Roberta “Roby” Rota :: Se poi ne cito una e ne dimentico un’altra, è un casino dai! Ti dico le band con cui abbiamo suonato insieme recentemente che meritano veramente tanto! Sono gli Herjian, i Lou Quinse, i Furor Gallico, i Draugr...e mi fermo così non mi comprometto!

Stiamo per arrivare alla conclusione, ma prima della fine un’ennesima domanda d’obbligo: quali sono i vostri progetti futuri a breve e lungo termine?

Roberta “Roby” Rota :: In testa ora abbiamo la tournèe che ci impegna fortemente anche quest’anno (Vicenza, Brescia, Modena, Milano, Varese, Savona, Norimberga, Praga, Reichenthal, Kaindorf...alcune date che mi vengono in mente, ma altre sicuramente ne dimentico). Tra un concerto e l’altro cominceremo ad assemblare qualche idea per il futuro.

Ringraziandovi ancora per la disponibilità, lascio a voi la parola per un saluto ai lettori di Metalwave: chiudete pure a vostro piacere!

Roberta “Roby” Rota :: Un sentito grazie a voi! Vado sempre in crisi sui saluti, quindi chiudiamo facendo un virtuale brindisi a tutte quelle anime dannate che, come noi, si dannano per il metallo, per il folk e per il luppolo (se aggiungevo per la libertà, faceva troppo William Wallace)!

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