Intervista: Subhuman

Nessuna Descrizione Forti del loro disco d'esordio grazie al quale stanno raccogliendo notevoli consensi, i subhuman si pongono come una delle migliori realtà emergenti nel thrash metal tricolore. matteo buti, chitarrista della band, risponde alle nostre domande riguardo a profondo rozzo e molto altro.

 

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metalwave! Presentate la band ai nostri lettori, dalla nascita, alla decisione di comporre brani originali, fino ai vostri ritmi di lavoro attuali.

Matteo :: Ciao a voi! I Subhuman sono nati nel 2001 e all’epoca non avevamo certo intenzioni “serie”, se non quella di fare un po’ di casino tra noi e sui palchi delle nostre parti. All’epoca facevamo solo cover Thrash Metal, ma la situazione cambiò alla fine del 2003, quando, con l’ingresso di Zula nella band, abbiamo cominciato a comporre roba nostra. I primi pezzi che componemmo andarono a finire su “Delirio n1” (2005), un demo che ebbe un successo veramente enorme nell’underground e ci ha permesso di tenere un’intensa attività live culminata addirittura con la partecipazione all’Evolution 2008. Dopo un bel po’ di cambi di line-up poi abbiamo registrato il nostro primo full-lenght ufficiale “Profondo Rozzo”, uscito un paio di mesi fa per la label canadese Maple Metal Records. Il resto è storia recentissima...

Parliamo del vostro disco “Profondo Rozzo”: tra thrash Bay Area e death metal mi pare vi poniate a metà tra rivisitazione e modernità, quello che oggi viene definito NWOAHM. Siete d’accordo con questa definizione? Quali sono le influenze che a vostro parere sono maggiormente emerse nelle vostre canzoni?

Matteo :: Sono d’accordo con te sul fatto che il nostro sound si ponga a metà strada tra tradizione e modernità, ma non ci ritroviamo affatto nella definizione NWOAHM. Le nostre influenze risiedono nella Bay Area e nel Death floridiano, mentre delle band della cosiddetta NWOAHM l’unica che apprezziamo sono i Lamb Of God. Forse ascoltando “Profondo Rozzo” si ha più l’impressione di un gruppo Death che di uno Thrash, ma questo penso sia dovuto più alla nostra estremizzazione di un sound Thrash che non ad effettive (e comunque presenti) influenze Death Metal.

Qual è il vostro approccio alla composizione? Siete più portati a basarvi sull’improvvisazione in sala prove o sul lavoro svolto a casa, magari con l’aiuto del computer?

Matteo :: L’approccio alla composizione è molto semplice: io compongo interamente il pezzo a casa mia, registrando le chitarre e programmando batteria e basso. Una volta finito il pezzo, lo porto agli altri che apportano le dovute modifiche. Infine, vengono aggiunti assoli e voce e il pezzo è completo.

Domanda che vi faranno sicuramente tutti: perchè cantare in italiano? Credete che sia una possibilità ingiustamente bistrattata dalle band italiane che scelgono l’inglese per i testi delle proprie composizioni?

Matteo :: Ognuno fa le scelte che crede migliori, noi cantiamo in italiano perché ci piace. La storia dei testi in lingua madre è nata tutta per caso: componemmo la nostra prima canzone e Zula se ne arrivò con un testo scritto in italiano. Gli altri della band, me compreso, storsero subito la bocca, ma bastò sentirlo cantare per convincerci all’istante che quella sarebbe stata la nostra strada. Ad oggi la lingua italiana è una delle nostre peculiarità più distintive e sono sempre più convinto che questa sia stata una scelta indovinatissima.

A proposito invece della vostra etichetta discografica: come è arrivato il contatto e perché avete deciso di firmare proprio con loro?

Matteo :: Una volta registrato “Profondo Rozzo”, abbiamo mandato dei promo a labels di tutto il mondo. Tra le proposte che ci sono arrivate, quella della Maple Metal era la migliore, quindi abbiamo firmato per loro. L’etichetta è appena nata e per noi è stata una specie di scommessa affidare a loro il nostro album, ma sono sicuro che non ci faranno rimpiangere di aver scelto loro.

Qual è mediamente la frequenza dei vostri live? State ricevendo un aiuto anche dalla vostra etichetta per la programmazione dei concerti?

Matteo :: Nessuno ci aiuta a organizzarci le date, facciamo tutto da soli, ma direi che da questo punto di vista non ci possiamo certo lamentare: suoniamo spesso e in tutta Italia, da Nord a Sud. Mancherebbe solo qualche puntatina all’estero per renderci soddisfatti in toto, eheheh!

Parlaci del lavoro svolto in studio di registrazione: come si è svolto? Quanto tempo avete dedicato e, se vi è possibile rivelarcelo, quanti soldi avete investito?

Matteo :: Abbiamo registrato nello Studio73 di Ravenna (Extrema, Slowmotion Apocalypse, Handful Of Hate ecc.) e tutto il lavoro si è svolto in 13 giorni: 10 per le riprese, 2 per il mixaggio, uno per il mastering e in tutto abbiamo speso un po’ meno di 3000 euro. La nostra intenzione era di ottenere un suono moderno e potente, ma molto naturale e per certi versi lontano dalle produzioni “plasticose” che oggi vanno per la maggiore. Cassa a parte, non sono stati usati trigger e per le chitarre ho preteso di usare il mio Marshall. Siamo totalmente soddisfatti del risultato ottenuto: “Profondo Rozzo” suona proprio come volevamo.

Qual è il modo migliore per una metal band emergente di porsi nei confronti delle etichette discografiche? Credete che per un gruppo italiano sia ancora possibile firmare un buon contratto?

Matteo :: Io penso che il miglior modo di porsi verso le etichette sia, oltre che suonare buona musica, anche cercare di sembrare il più professionali possibile, di curare tutti gli aspetti relativi alla band e quindi avere belle foto, un Myspace curato e roba simile. Bands come The Modern Age Slavery o Gory Blister ce l’hanno fatta a firmare un contratto con ottime etichette, chissà che non sia possibile pure per altri.

Quanto conta per voi curare il suono e dotarsi di una strumentazione di qualità (e in genere anche costosa) o magari con caratteristiche particolari? E che differenza vedete a questo proposito tra l’attività in studio e quella dal vivo?

Matteo :: Inutile negare che una buona strumentazione influisca positivamente sul suono generale di una band, ciò nonostante mi pare che a volte se ne sopravvaluti l’importanza: il tocco del musicista vale più di qualunque strumento costoso. Un'altra cosa che mi sento di smentire è l’equazione “strumento più costoso = strumento migliore”. Non esiste uno strumento migliore degli altri in maniera assoluta, perché ogni musicista avrà i suoi gusti e il proprio “strumento migliore”. Ad esempio io uso da moltissimi anni una Gibson Explorer e molte volte ho provato chitarre che costano anche 3 o 4 volte tanto: begli strumenti, vero, ma non li cambierei mai col mio semplicemente perché per me la “chitarra migliore” è proprio la Gibson Explorer.

Com’è la scena underground dalle vostre parti? Ci sono molte band metal? E di che qualità?

Matteo :: La scena underground delle nostre parti è in pieno fermento: ci sono un sacco di band valide tra cui cito Delyria, Devastator e Dragonia. Teneteli d’occhio perché spaccano il culo!

Grazie per il tempo che ci avete dedicato rispondendo a queste domande; chiudete l’intervista a vostro piacere.

Matteo :: Grazie a voi dello spazio che ci avete dedicato. Invito tutti i lettori a visitare il nostro myspace http://www.myspace.com/subhumanweb, ascoltare la nostra roba e venire a un nostro concerto. Ma affrettatevi, perché nel 2012 il mondo finirà...THRASH ON!

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Intervista di Bah Ron Articolo letto 2236 volte.

 


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