Intervista: Misery Speaks

Nessuna Descrizione É con molto piacere che la sottoscritta hel ha virtualmente intervistato janosch rathmer, batterista dei death metallers tedeschi misery speaks: questo è il risultato del nostro botta e risposta.

 

Prima di tutto, grazie, ragazzi, per aver dedicato un po’ del vostro tempo a questa intervista! Iniziamo con una domanda piuttosto generica: potete presentare la band ai lettori di Metalwave?

Janosch :: I Misery Speaks sono una melodic death metal band proveniente dalla Germania: è stata fondata nel 1999, e ha pubblicato 4 album (il primo dei quali prodotto e pubblicato dalla band stessa). É uno dei gruppi metal più brutti e disgustosi in circolazione, ahahah!

Parliamo del vostro nuovo album, “Disciples of Doom”: com’è stato concepito, e quali sono le idee dietro di esso? Che cos’è cambiato rispetto ai vostri precedenti lavori?

Janosch :: Le differenze principali stanno nel fatto che questo album è molto più basato sul groove rispetto ai precedenti, e anche nella presenza del nuovo cantante, Przemek Golomb.
I vecchi album erano fatti di canzoni veloci, piene di blast-beats: stavolta abbiamo voluto creare un disco più vario, che abbracciasse uno spettro musicale più ampio. Il nostro vecchio cantante aveva una voce perfetta per il death metal, mentre quello nuovo è in grado di fare qualsiasi cosa, dal growl più profondo alle più sporche delle urla, e questo ci ha permesso di sperimentare molto: l’elemento groove era presente anche nei vecchi lavori, ma non nella stessa quantità e qualità di questo nuovo disco. Abbiamo semplicemente sentito il bisogno di cambiare il nostro stile, senza però rinnegare le nostre radici: nella band siamo tutti grandi appassionati di rock classico, perciò abbiamo voluto includere in questo lavoro anche alcuni elementi di quel genere.

“DoD” verrà pubblicato entro pochi giorni: quali sono le vostre aspettative? Siete soddisfatti delle recensioni che avete ottenuto finora?

Janosch :: Sì, lo siamo assolutamente. Siamo consapevoli del fatto che questo album potrebbe rappresentare una sfida per alcuni dei vecchi fan, poichè necessita di parecchi ascolti prima che lo si possa assimilare completamente: spero che nonostante questo gli diano una chance, perchè la merita, senza alcun dubbio. Per ora, le recensioni sono andate benissimo – ne abbiamo ricevute alcune davvero ottime dalle più importanti riviste tedesche. Sono i migliori risultati che abbiamo mai raggiunto nella nostra carriera.

Leggendo alcune recensioni, ho notato che siete spesso classificati “melodic death metal”, oppure “deathcore”: trovate calzante questa definizione, oppure la considerate troppo restrittiva?

Janosch :: Quella di “death melodico” è una descrizione che non mi dà alcun problema, perchè è quello che abbiamo suonato sin dagli inizi. Non capisco, invece, perchè qualcuno ci definisca “deathcore”: non lo abbiamo mai suonato, e mai lo faremo. Non penso che “DoD” possa essere messo a confronto con nulla di deathcore.

La scena metal attuale è decisamente popolata: quali sono i vostri sforzi per emergere, tra un così grande numero di bands?

Janosch :: Credo che ciò che ci fa emergere sia il fatto che abbiamo pubblicato un album che è esattamente l’album che volevamo scrivere, il cui scopo non è soddisfare i fan o l’etichetta. Non fraintendermi – ovviamente, rispettiamo tantissimo i nostri fan, ma l’album che abbiamo composto è esattamente quello che volevamo, e di cui avevamo bisogno.

Quali sono le bands (se ce ne sono) che vedete come una fonte d’ispirazione? Durante l’ascolto dell’album, mi è parso di trovare qualche sonorità swedish, mi sbaglio?

Janosch :: Assolutamente no, anzi! La scena metal svedese ci ha influenzato fin dall’inizio: quando abbiamo cominciato a suonare, gruppi come In Flames e Edge of Sanity sono stati grandi punti di riferimento. Queste bands sono ancora molto importanti per noi, ma col passare degli anni anche gruppi più old school come gli Entombed, o anche qualche gruppo americano hanno iniziato a prendere piede, quando si tratta di parlare di ciò che ci influenza.

“DoD” è stato registrato in Svezia, sotto la direzione di Jonas Kjellgren degli Scar Simmetry: cosa potete raccontarci di questa esperienza?

Janosch :: La decisione di registrare in Svezia è stata una delle migliori che potessimo prendere. Registrare lassù è stato fantastico, Jonas è davvero divertente e il suo senso dello homour è molto simile al nostro, ma allo stesso tempo è anche un produttore assolutamente serio e professionale. Ha avuto delle idee davvero geniali per l’album, e ci ha fatto lavorare duro perchè raggiungessimo gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Per il disco, avevamo in mente un sound molto naturale ed organico, ed è stato esattamente quello che ci ha dato: per ottenere il suono che volevamo, non abbiamo nemmeno triggerato la batteria. In più, non c’era molto da fare nel paese in cui si trovava lo studio, perciò le registrazioni ci hanno assorbiti completamente.

Il vostro paese, la Germania, è stato patria di alcuni grandi gruppi metal di ogni genere (Blind Guardian, Sodom, Kreator, ecc.): cosa mi potete dire della scena metal tedesca allo stato attuale?

Janosch :: Quella in Germania è una scena davvero vasta. Ci sono molti gruppi metalcore, come gli Heaven Shall Burn o i Maroon, mentre le vecchie glorie, quali Kreator e Destruction, sono tornate alla ribalta in questi ultimi anni. Penso che si possa affermare che la scena tedesca è davvero viva e in continua evoluzione, con delle giovani bands molto dotate.

A proposito dell’uscita di “DoD”: suonerete anche qui in Italia?

Janosch :: Il tour europeo non è ancora stato confermato, ma speriamo davvero di riuscire a tornare in Italia. Ci abbiamo già suonato durante il nostro scorso tour europeo, ed è stato davvero fantastico, perciò prometto che se avremo la possibilità, una data italiana è assicurata.

Ultima domanda: dite quello che volete ai lettori di MetalWave.

Janosch :: Grazie a tutti quelli che leggeranno questa intervista per l’interesse! Ascoltate il nostro album, “Disciples of Doom”, e se saremo in Italia, venite ai concerti e non fatevi problemi a parlare un po’ con noi (soprattutto per quanto riguarda le ragazze, ahah!)!

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