Intervista: Ecnephias

Nessuna Descrizione Si può ancora personalizzare il proprio sound? si può andare al di là dei generi, forgiando un proprio stile personale, coinvolgente e che non risulti affatto astratto? nel caso degli ecenphias, la risposta è certamente sì. stavolta hanno rilasciato un ep, ma tanto basta per emozionarci ancora. secondo me, e lo dico senza favoritismi, ma con sola oggettività, gli ecnephias sono un ottimo giovane talento italiano. tante volte forse avrete letto questa frase, ma mai da me, e poi rappresentano, allo stato attuale, un modello da seguire anche per umiltà, passione e dedizione. mille miglia lontani dagli atteggiamenti di superiorità, e a volte gratuitamente offensivi, di altri gruppi che si credono dei rockstar, gli ecnephias hanno molte frecce a loro disposizione. riusciranno ad affermarsi? io lo spero tanto.

 

Ciao ragazzi, ci si risente su MetalWave! Il vostro nuovo “Haereticus” è uscito un po’ di tempo fa. Parlateci di questa nuova release in generale e di come sta andando.

Mancan :: Ciao a voi e grazie per l’opportunità che di consueto ci offrite, ve ne siamo grati. “Haereticus” è semplicemente la prosecuzione di “Dominium Noctis” ad un livello che ritengo superiore, vi si ritrova maggiore coerenza nello stile, maggior alchimia e bilanciamento tra parti atmosferiche e tirate, una superiore prova nelle parti corali di voci pulite e negli arrangiamenti di tastiera, senza contare l’apporto del grande Antonio Donadeo alla batteria e di Toru al basso. E’ un EP pregno di atmosfere sacre, a volte molto tetre, altre volte più sognanti e mistiche. Le vendite vanno bene (per quanto una band “minore” può effettivamente vendere con questa crisi del settore) e quasi tutte le copie sono esaurite alla Masterpiece, per cui attendiamo ristampa.

Si tratta di un EP, ma “Haereticus” la dice comunque lunga sulle nuove direzioni stilistiche degli Ecnephias, anche se in poco tempo. Come mai avete deciso di fare un Ep, anziché un nuovo disco? E in cosa vi sentite migliorati?

Mancan :: Lo spiego subito, “Haereticus” è in forma di Ep, perché ci aspettano mutamenti ben più netti di quelli che probabilmente si possono ipotizzare. Esso serve soltanto a completare un periodo, a coronare il discorso iniziato dal promo “November” ad oggi. Ma il futuro ci vedrà impegnati in una svolta che per me è paragonabile a quella che i Rotting Christ fecero con “A Dead Poem”, riscoprendo un background heavy e, nel nostro caso, anche thrash, senza dimenticare però le cose che facciamo bene e per cui siamo piaciuti, è ovvio. Siamo migliorati, forse, nella consapevolezza, nella determinazione e nell’esecuzione, in sintesi.

Pensate che anche l’esperienza del gruppo Abbas Taeter possa aver influenzato la stesura di “Haereticus”, visto che in esso vi sento una componente Black Metal più costante e comunicativa?

Mancan :: Assolutamente sì. Questo ultimo Ep è anche un figlio dell’esperienza Abbas Taeter, lo si intuisce chiaramente dalle atmosfere, dalle soluzioni armoniche, dall’abbondanza di cori in stile gregoriano. Tutto ha un filo conduttore unico, Abbas Taeter rientra in quel discorso di cui sopra e che per il prossimo futuro è sospeso in attesa, forse, di nuove ispirazioni.

In “Ave Maestro” è facile intravedere una passione per la musica classica, visto che il brano non ha strumenti metal (al limite una chitarra acustica) e invece si sentono cori lirici e archi. Siete influenzati anche da questa musica?

Mancan :: Certamente, la classica è e rimane la musica colta per eccellenza e tutti, prima o poi, dovrebbero confrontarsi con essa. Noi lo facciamo sovente, ma senza esagerare perché siamo pur sempre dei metallari pazzi con tanta voglia di divertirci, sperimentare e innovare, nei limiti del possibile s’intende.

Leggendo i vostri brani, è possibile trovare frasi come “Incappucciati fratelli neri schiudiam le porte dell’eternità”, “Bafeus occhi fiammanti”, “Mater Solve et Coagula”, “Ave Maestro”. Il disco tratta, come suggerito dal titolo, del tema dell’Eresia. Potete descriverci i temi trattati? A quale Maestro vi riferite?

Mancan :: I temi trattati, esoterici e storici, riguardano in ordine: la battaglia di Ma‘arrat al-Nu'mān in cui i crociati si resero protagonisti di episodi di cannibalismo ai danni dei musulmani (incredibile ma vero!); le deviazioni intese a livello psichico e sessuale; la magia all’interno di gruppi esoterici d’iniziazione; la possessione spiritica mentale. “Ave Maestro” è rivolta alla figura del “profeta” (Cristo, Buddha o altri non è importante), un lamento in un mondo di rovine di fronte ai dogmi che crollano.

In “Eterno Silenzio”, strumentale, c’è però una voce parlata. E’ una citazione o è proprio anch’essa una vostra creazione? Spiegatecene il significato.

Mancan :: Purtroppo non l’ho scritta io ma Sicarius Inferni quindi non mi permetto di offrirne una spiegazione, so solo che l’autore è lui - quindi te lo confermo - e che l’oggetto della narrazione è uno dei suoi tanti stati emotivi intimi che getta su carta. Ci piaceva e lo abbiamo utilizzato, tutto qui.

Considero l’utilizzo del vostro Italiano, nei testi, molto azzeccato e perfettamente integrato nella musica, anche se ovviamente non è sempre presente, e vi distingue molto dagli altri gruppi italiani, al limite facendo ricordare i Novembre. Cosa potete dirmi di questo?

Mancan :: Ti ringrazio. Abbiamo sempre cercato, in questi anni, di identificarci come gruppo “italian” soprattutto per chi ci ascolta fuori dai confini nazionali: la nostra lingua in ciò aiuta molto e oggettivamente ha una sua musicalità da sfruttare. L’italiano non si discute, ha nobili origini e in certi, isolati contesti sacrali come quelli presenti nei nostri cd si sposa perfettamente alla musica. L’inglese ovviamente è d’obbligo per tutto il resto.

Leviamoci questo sassolino dalla scarpa: ma la copertina di “Haereticus” non è un po’ troppo simile a “Stille” dei Lacrimosa? Qual è il significato della copertina?

Mancan :: Sì, hai ragione, l’idea di base è simile anche se non voluta. Francamente non ho mai pensato ai Lacrimosa nel progettare l’artwork, senza dubbio, ma il paragone è legittimo e adesso che ci rifletto mi viene anche da sorridere. Tuttavia ci sono differenze notevoli, il nostro teatro è una fotografia del Farnese di Parma nei giochi di luce ed ombra e al centro non abbiamo un pupazzo dark ma l’abate tetro in trasparenza. Particolari certo, mi dirai tu, ma che contano non poco nel concept generale. Il significato è palese, un abate solitario in un teatro vuoto indica la solitudine di chi porta una sua dottrina, una sua verità in un mondo che non ascolta o che è composto da pecore sorde e conformiste. L’eretico.

Mancan, so che oltre agli Ecnephias e agli Abbas Taeter hai anche altri gruppi. Ti va di descriverceli? Come mai hai sciolto gli Abbas Taeter?

Mancan :: Gli Abbas Taeter non sono sciolti del tutto, nel senso che ho altre priorità per i prossimi tempi ma non escludo un ritorno fra qualche tempo. Per ora sono sinceramente congelati ed onde evitare di creare confusione ho deciso di comunicarne lo scioglimento formale. Ho cantato in molti gruppi lucani, anche di heavy metal classico, ma oggi mi concentro esclusivamente su Ecnephias e, all’occorrenza di registrazioni, Valkiria (gothic doom metal di sicuro impatto emotivo). Specie sul prossimo album Ecnephias mi esprimerò tirando fuori il meglio del mio passato, anche con voci ai limiti del thrash metal. Voglio superarmi, sono fatto così, sarebbe stupido assestarsi sul risultato raggiunto. Si può sempre fare meglio e ci provo. Visto che non si suona molto in giro, almeno in studio impiego il massimo del tempo.

Ultime parole famose e complimenti per “Haereticus”!

Mancan :: Grazie, apprezzo. Le ultime parole saranno semplici e chiare più che famose, visto che famosi sono altri e noi siamo una semplice band underground che come tante altre cerca di affermarsi nel marasma generale. Alcune volte si interpretano alcune mie affermazioni, nei comunicati o nelle interviste, come qualcosa di pomposo, autocelebrativo se non addirittura stucchevole e arrogante. Voglio solo dire, tramite queste poche righe, che il sottoscritto è una persona umilissima, assolutamente normale e sincera. Chi mi conosce da vicino lo sa bene. Non faccio nulla con intenti altezzosi, né esagerati. Semplicemente sono preciso, un po’ puntiglioso nei particolari, testardo negli obiettivi e questo, purtroppo, viene frainteso. Certamente, dei piccoli successi ottenuti non faccio mistero, dalle recensioni italiane ed estere, allo spazio che ci concedono un po’ ovunque tra webzines e riviste di pregio anche estere. Ma se ciò avviene lo è esclusivamente per merito, non per caso, ed è nostro diritto rendere noto a tutti ciò che succede in casa nostra. Regali non ne riceviamo. D’altronde il web serve anche a questo, a diffondere notizie, e chi non ama la nostra musica o la nostra “politica” ha l’opportunità di cliccare altrove, come pure di criticarci se lo desidera. Però sono convinto che solo chi non ci conosce realmente può infastidirsi, chi ci apprezza o ha avuto modo di farsi una chiacchierata seria con noi non muove un dito. La nostra musica è tutto frutto di sudore, impegno e dedizione. Ci mancano i live, un tour serio, questo lo riconosco ed è un handicap, ma se troverò musicisti vicini alla mia residenza - come forse accadrà - anche in ciò potremo degnamente lavorare. Dico solo una cosa: aiutateci, supportateci e con noi supportate tutti i gruppi che lavorano e meritano, dal nord al sud. Io ho un sogno: costruire una band italiana che nel metal estremo possa contare come i Moonspell e i Rotting Christ contano per i loro paesi. E’ difficilissimo, forse impossibile, ma la determinazione e il talento possono condurre ogni uomo ovunque. Certo qualche label di rilievo dovrà muovere le “chiappe” per forza. Se poi rimarremo “di nicchia” andrà bene lo stesso, sarò felice comunque: meglio inseguire un sogno cambiando e reinventandosi che adagiarsi nella culla per paura o incapacità. Un saluto e ringraziamento a te e allo staff di Metal Wave che supportiamo e stimiamo.

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Intervista di Snarl Articolo letto 3349 volte.

 


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