Intervista: Devastator

Nessuna Descrizione Grazie ai potenti mezzi messi a disposizione da Metal Wave siamo riusciti ad ottenere un'intervista esclusiva con uno degli artefici dell'invasione alcolica che la nostra nazione sta subendo dallo scorso 19 marzo. Abbiamo raggiunto Luke, batterista dell'armata Devastator, in una trincea lucchese dall'alta gradazione alcolica, evitando i migliaia di fusti di birra che occupano la postazione bellica, per porgli qualche quesito su cosa sta accedendo e su cosa accadrà nei padiglioni auricolari dei metallari di mezzo mondo...

 

Ciao Luke, cominciamo questa chiacchierata presentando un po’ il gruppo e la proposta musicale ai lettori di Metal Wave…

Allora! Innanzitutto parto con il ringraziare Metalwave che ci ha concesso questa intervista, in particolar modo te, Enrico, che hai formulato queste domande. Comunque noi ci chiamiamo Devastator, siamo toscani di Lucca e stiamo presentando il nostro nuovo cd che è uscito il 19 marzo scorso. 11 tracce di thrash metal con influenze punk, hardcore e rock’n’roll!

E’ uscito il vostro secondo album Alcoholic Invasion con tante novità, sia dal punto di vista della’ line-up che da quello della produzione: ci illustreresti questi ed altri cambiamenti che hanno caratterizzato il ritorno sugli scaffali dei Devastator?

Nella line-up c’è stato solo un cambiamento: Albe è entrato a cantare al posto di Luchino, che ha deciso di mollarci a febbraio. Fortunatamente abbiamo trovato in Albe un valido sostituto, sia a livello tecnico che umano, visto che ci conoscevamo già da tempo. Potrete sentire su disco che la sua voce è più adatta per la musica che abbiamo proposto su Alcoholic Invasion. Albe è di matrice punk/hardcore, e secondo me ha uno stile che combacia moltissimo con i nostri pezzi, visto che l’hardcore è una delle nostre maggiori influenze. Per il resto posso dire che siamo maturati sia tecnicamente che mentalmente, sia a livello di songwriting che di arrangiamenti, e credo che tutto questo si possa sentire sul disco.

Come si svolge il songwriting al vostro interno e di cosa parlano prevalentemente i vostri testi?

Diciamo che il nostro autore principale è Rob, che è un pozzo di idee e scrive sempre nuove canzoni. Il processo di songwriting è il seguente: Rob porta in sala prove una canzone intera, come se fosse già finita, e in sala prove cominciamo a lavorarci su tutti insieme. Può succedere che la canzone subisca poche modifiche e che rimanga quasi uguale all’originale, ma spesso succede che possa venire interamente stravolta e modificata. Quando il pezzo mette tutti d’accordo pensiamo al testo che ci andrà sopra. Alle linee vocali e al testo di solito ci pensano Rob e Albe. I nostri testi parlano di esperienze vissute e di riflessioni personali. Spesso e volentieri non hanno un significato molto “profondo” ma noi abbiamo sempre preferito la musica alle parole.

Lucca, la vostra città natale, è recettiva nei vostri confronti o vi si presentano problemi di odiens o di spazi in cui suonare? E qual è il riscontro nazionale che state avendo con il vostro nuovo lavoro?

A Lucca non abbiamo assolutamente problemi di odiens, visto che il disco è piaciuto alla grande e abbiamo anche un discreto numero di fans che ci segue sempre in tutto quello che facciamo, e la cosa ci fa immensamente piacere. Il problema principale di Lucca è che ci sono pochissimi locali che fanno suonare dal vivo, e come se non bastasse quei già pochi locali che ci sono preferiscono far suonare cover o tribute bands solo per vendere 5 o 10 birre in più a sera. Comunque questo problema, purtroppo, non è circoscritto solamente alla nostra città, non è molta la voglia di scommettere su gruppi underground. Sin dai nostri inizi abbiamo preferito suonare fuori dalla Toscana per far girare in modo migliore il nostro nome, e dopo circa 5 anni dal nostro debutto come Devastator ci possiamo ritenere soddisfatti perché il nome della band è girato parecchio e adesso più di prima. Il disco sta piacendo quasi all’unanimità e questa è una grande soddisfazione.

Il full-lenght è stato prodotto dalla K Records nei Toscanini Studios di Bologna: quali le sostanziali differenze con il disco precedente autoprodotto?

Innanzitutto le differenze economiche sono importanti, visto che il nostro primo cd ce lo siamo pagati tutto da noi, (registrazione e stampa), mentre Alcoholic Invasion è stato interamente prodotto dalla K Records, sottoetichetta della Teorema Edizioni Musicali di Bologna. I Toscanini Studios del nostro caro amico Luca Gomedi sono stati una piacevole sorpresa. Luca ha fatto un grandissimo lavoro e i suoni di Alcoholic Invasion sono decisamente migliori di quelli del lavoro precedente. Un ulteriore passo in avanti è stato fatto in sede di mastering, effettuato presso i famosi Fonoprint Studios di Bologna, per gentile concessione della nostra etichetta. Anche l’artwork e la confezione sono notevolmente migliorati, provare per credere!

Quest’album usufruirà di una distribuzione più capillare grazie alla Deltadischi: quant’è importante affidarsi ad una distribuzione professionale e quali i problemi incontrati, in precedenza, con Thrash ‘N’ War?

Sicuramente avere una distribuzione come la Deltadischi, che è in contatto con ogni negozio di dischi della penisola, è un aiuto non poco importante per una band. Ognuno è libero di ordinare il cd nel proprio negozio di fiducia, senza perdere tempo e denaro per contattare noi stessi e farselo spedire via posta, tra l’altro anche sobbarcandosi spese di spedizione e simili. Ovviamente Thrash’n’war è stato molto più difficile da distribuire, parecchie copie venduti ai concerti e qualche copia spedita via posta, ma una comodità di vendita nemmeno lontanamente paragonabile a quella di adesso che siamo sotto Deltadischi.

In passato ho raccolto testimonianze non proprio entusiastiche del music-bussiness italiano: quali sono le difficoltà che si possono incontrare nel firmare un contratto discografico?

Le difficoltà per avere un contratto discografico decente in Italia sono veramente grosse. Il problema è che le case discografiche “serie” che ci sono in Italia non hanno di certo la voglia di scommettere su un gruppo underground che vale, preferiscono mettere sotto contratto gruppi che già hanno un nome affermato, piuttosto che portare al successo gruppi sconosciuti che meritano. Ci sono tantissimi gruppi validi in Italia, il fatto è che non molti hanno le palle di scommetterci sopra.

Avete in progetto una serie di date in Italia o all’estero per questa estate? E, in caso affermativo, come si articoleranno tali concerti?

Presto sul nostro sito saranno rese note le date estive, per la stagione live che si aprirà a settembre stiamo pianificando un vero e proprio tour italiano, per adesso lavoriamo a quello, poi inizieremo a testare il territorio estero, è un progetto sicuramente in cantiere. Il tour italiano, se possibile, si articolerà in tutta la penisola, molti locali hanno aderito al progetto, dobbiamo sempre contattarne molti altri. Comunque presto tutte le novità saranno sicuramente on-line. Restate sintonizzati sul nostro sito o sul nostro myspace.

Saresti d’accordo, assieme ad altri gruppi importanti italiani, a partecipare ad un ipotetico festival itinerante thrash metal? In tal caso, ne gioverebbe la musica estrema e,di conseguenza,il gruppo partecipante?

Una sola parola a questo progetto: magari! Un bel festival thrash itinerante in varie città italiane, chi non appoggerebbe un’iniziativa così importante? Magari fissare 3 o 4 gruppi headliner affiancati per ogni appuntamento da altrettante band underground… La musica estrema ne ricaverebbe un grande giovamento, ma sicuramente le band partecipanti avrebbero modo di essere conosciute da un maggior numero di utenti.

L’Italia sta sempre più accrescendo la propria fama all’interno della musica dura: quale prospettiva può avere un manipolo di giovani come voi che propone un genere così distante dalla tradizione musicale indigena, nonostante sia caratterizzata da una incontestabile qualità?

La nostra prospettiva maggiore è riuscire a farci strada più possibile e magari in futuro diventare uno dei gruppi riferimento della scena metal italiana. Più che prospettiva è un sogno, ma ci stiamo dando da fare per almeno avvicinarcisi. Un altro obiettivo che ci siamo posti è riuscire ad avere una buona promozione e distribuzione mondiale e poter organizzare qualche concerto all’estero. Intanto ci stiamo impegnando a promuovere Alcoholic Invasion, per il resto si vedrà.

La curiosità dei nostri lettori è imprescindibile. Quindi, la domanda d’obbligo è: quali influenze avete avuto in passato e quali sono gli album a cui vi siete ispirati e a quali vi ispirate oggigiorno?

Agli inizi eravamo partiti con l’intento di emulare i nostri miti, tra i quali Sodom, Kreator, Sepultura, Slayer, e tutte le band storiche del thrash metal mondiale. Man mano che continuavamo a suonare insieme si sentiva sempre più insistentemente un’influenza estranea al metal che stava velocemente prendendo forma nelle nostre canzoni. Tale influenza si può notare in Thrash’n’war, ma ha la sua valorizzazione in Alcoholic Invasion, che secondo me rispecchia alla grande quello che abbiamo sempre voluto proporre: un disco di thrash metal vario, contaminato da influenze anche estranee al metal, che riuscisse a mettere d’accordo il thrasher più incallito e il rocker più tradizionalista. Tutto questo si può ascoltare su Alcoholic Invasion.

Che importanza ha internet per la musica Hard Rock, partendo dal sito del gruppo terminando allo spazio che ormai ognuno ha su myspace e, ancora, passando dai numerosi portali o blog che trattano tale genere e, per terminare, ai programmi di sharing?

Internet ormai è divenuto un mezzo indispensabile per promuovere la propria band, basti pensare quanti contatti uno tira su tramite chat, blog, forum ecc. Per cui il consiglio che posso dare è di far girare il più possibile il nome della band su internet, senza ovviamente disdegnare i classici concerti, che sicuramente restanoil miglior biglietto da visita per una band in cerca di fans.

Infine, volevo chiederti: avete in progetto una riedizione del vostro album dal vivo Alive from Devastation? E dell’EP Live to Make War?

Attualmente la riedizione di quei due lavori non è nei nostri progetti, se in futuro un’etichetta li vorrà ristampare noi saremo ben lieti di accettare la proposta! Il nostro progetto più vicino è di tornare prima possibile in studio per registrare il successore di Alcoholic Invasion, vogliamo infatti far uscire due dischi nel 2007, una cosa abbastanza insolita in questi tempi. Il nostro terzo cd è già pronto, dobbiamo solamente decidere il mese in cui verrà registrato, comunque penso che verso marzo/aprile prossimi torneremo in studio.

Avete un messaggio da mandare ai lettori di MW?

Spero che le mie parole vi abbiano suscitato interesse! Potete trovare il cd orinandolo in tutti i migliori negozi di dischi, non ne rimarrete delusi. Ringrazio te, Enrico, per l’intervista e tutto lo staff di Metalwave per lo spazio concessoci. Per ulteriori notizie e news visitate http://www.devastator.it e http://www.myspace.com/devastatorcrew
BETTER DIE DRINKING THAN THIRSTY!

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Intervista di Ernando Articolo letto 2777 volte.

 


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