Intervista: Scars

Nessuna Descrizione Mi accingo ad intervistare i brasiliani Scars che con “The nether hell” ritornano sul mercato musicale dopo ben undici anni dal primo EP “Ultimate encore”. Gli Scars sono la dimostrazione che il thrash metal č ancora vivo e vegeto anche in america latina. Sentiamo cosa ha da dirci il chitarrista Alex Zerab a proposito.

 

Nel 1998 gli Scars si sono sciolti, quali furono le ragioni di questo scioglimento?

Negli anni del nostro scioglimento il Brasile passava una fase di forte crisi d’identità sia per quanto riguarda la musica in generale che per quel che concerne il metal, dovuta all’attesa di un nuovo trend musicale americano. Così il metal cominciò a perdere terreno, sia per quanto riguarda lo spazio che gli veniva dedicato nelle radio sia nei giornali…Per qualche stupida motivazione, la musica pop iniziò ad usare il distorsore nelle sue canzoni e molte band metal, ancora più idiote, pensarono di poter essere, o di poter essere sempre state dei gruppi pop. Così l’intero scenario metal, tra il 1998 e il 2003 non fu per nulla bello per il metal, soprattutto per quanto riguarda il thrash e alcuni generi underground.

Oggi gli Scars sono ritornati più heavy che mai, puoi dirci come il sound della band sia cambiato in questi anni?

Bene, noi ci siamo sciolti, come hai detto tu. Così ognuno fece qualcosa di diverso…Io ho iniziato a suonare con alcuni gruppi, nulla di eclatante, così come Eduardo, l’altro chitarrista. Egli fondò la band ufficiale brasiliana di tributo ai Metallica, e devo ammettere che la cosa gli è uscita davvero molto bene! Andrè suonò il basso e cantò in una band che si chiamava Crest Falling e Règis…beh ha mangiato, ha mangiato davvero tanto! E ora è tornato ancora più in forma di prima.
Credo che avevamo talmente tante cose dentro di noi da esprimere che, quando ci siamo rincontrati tutto è venuto naturalmente e quello che ne è uscito è il risultato di 7 anni di idee e speranze. Mi piace tantissimo quello che ne è uscito!! La prima canzone ad essere pronta è stata “Legions (forgotten by the gods)”; da quel momento non ci siamo più fermati.

Credo che i testi siano molto importanti all’interno dei brani, di cosa parlano le vostre lyrics ?

I testi dell’EP “The nether hell” parlano tutti dell’inferno di Dante. Il Nether Hell è la parte più profonda dell’inferno dove la punizione più utilizzata è il congelamento, che priva la vittima del proprio movimento. È anche il luogo dove Satana ha deciso di vivere. Il testo parla anche della schizofrenica similarità tra il bene e il male, dell’infernale realtà del 20° e del 21° secolo, della realtà che il domani sarà sempre peggio di oggi; si parla anche del fatto che noi umani siamo soggetti a confondere un leader egoista con uno crudele.
I testi sono stati composti da Règis, Andrè e Alex, ed hanno il compito di descrivere come l’inferno si sia insediato in terra. Un esempio è “Return to the killing grounds” che descriva come un bambino tornando a casa, la trova bombardata e vede i suoi genitori mentre vengono assassinati vivendo così le atrocità della guerra.
Fin dall’inizio della composizione del nuovo materiale, il gruppo si è proposto di comporre la musica più heavy e aggressiva possibile senza essere “ammosciata” dalle varie mode, solo vecchio e potente thrash metal!!!

Che genere di emozioni volete trasmettere con la vostra musica a chi vi ascolta?

Consapevolezza di se stessi, consapevolezza di ciò che ci circonda, consapevolezza del futuro, rispetto, paura, senso di colpa, odio, frustrazione, risentimento, socievolezza, solidarietà, aiuto, tolleranza, tolleranza-zero, vendetta, protezione e molte altri sentimenti.
Tutto quello che concerne l’individuo all’interno della società moderna, sotto il comando della storia, attraverso due tipi di influenza: il bene e il male.

Quanta importanza hanno per voi i concerti ? Parlami della vostra esperienza negli anni

Credo che i concerti siano la cosa più importante per un gruppo! È l’unico momento in cui possiamo veramente far vedere alla gente quello di cui siamo capaci. Pensando al passato, gli Scars hanno suonato a lungo con Anthrax, Kreator, Rata Blanca e Korzus tra gli altri. Abbiamo sostenuto più di 500 concerti, la maggioranza fatti in Brasile nel 1998, anno in cui ci siamo divisi.

Il nostro sito si interessa soprattutto dei gruppi underground italiani, come si presenta in questi anni la scena in Brasile ?

Il 2004 è stato un anno in cui l’underground è rinato in Brasile e molte band sono nate o rinate. Così ora in tutto il Brasile è presente un periodo di consolidamento, in cui i gruppi stanno promovendo i loro lavori e stanno facendo molti concerti. Possiamo quindi dire che il Brasile sta attraversando un periodo molto ricco sotto questo punto di vista. Ci sono anche molti concerti di gruppi famosi ogni due settimane, cosa che motiva ancora di più lo scenario underground.

Avete già organizzato un tour per promuovere il nuovo cd, verrete in Europa per qualche concerto ?

Allora, stiamo usando “The nether hell” per far conoscere la musica degli Scars in tutto il mondo, ma per un tour dovremo aspettare il nostro prossimo cd che uscirà alla fine del 2006. allora finalmente ci incontreremo per bere assieme della grappa!!

Ognuno ha un sogno, qual è il vostro sogno per il futuro degli Scars ?

Il sogno degli Scars è far continuare la storia del thrash metal e, magari, aggiungerne una piccola parte per essere ricordati in futuro; per il momento l’unico sogno però è la speranza di poter suonare duro e vecchio thrash metal ancora per tanti tanti anni.

Come definiresti il vostro sound ? A mio parere è un mix tra thrash metal e death metal, concordi con me ?

Bene. Andiamo per parti. L’album di debutto, “Ultimate encore” prodotto dalla Ancore Records nel 1994, aveva un sound molto legato al thrash americano della bay area della vecchia scuola dei primi anni ’80.
“The nether hell” inciso all’inizio del 2005 è un EP di 6 brani che presentano varie personalità; “Legions forgotten by the gods” e “Gods of hidden roots of evil” mostrano come la band abbia chiare influenze death metal. I brani più thrash invece sono “Warfare” e “Creatures that come alive in the dark” che hanno un sound molto vicino a quello della vecchia scuola americana. Per quanto riguarda la titletrack “The nether hell” e “Return (to the killing round)” abbiamo esplorato suoni decisamente più vecchi, pesanti e lenti.

Questo spazio è tutto tuo, dì quello che vuoi ai fan italiani degli Scars

Gli italiani sono famosi in Brasile per la loro allegria, fratellanza e amicizia; abbiamo sempre pensato che voi siate i nostri cugini in Europa. Règis Frederico e Eduardo Boccomino hanno origini italiane! Ci sentiamo quindi molto simili a voi. Ho iniziato a sentire metal italiano del lontano 1988 quando ho scoperto gli Estrema.
Spero vi piaccia la nostra musica e che ci vedremo faccia a faccia il più presto possibile per un concerto…Ciao!!!

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Intervista di FallenAngel Articolo letto 1521 volte.

 


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