Intervista Flash: Necrofili

Necrofili è il nome di una nuova realtà che va ad inserirsi nella multiforme e tumultuosa scena metal italiana. ha intervistato per voi i ragazzi del gruppo: sentiamo come la pensano!!!

 

[MW] Visto che siete alla prima intervista in questo sito, perché non presentate ai nostri lettori quando ed in che modo avete iniziato il vostro percorso nel mondo underground?

La storia dei Necrofili ha inizio nel 2005. Il gruppo nasce dalle ceneri di una precedente formazione nella quale Carlo (voce e chitarra) e Marco (batteria) hanno collaborato per quasi un decennio. I primi tempi di vita del gruppo sono stati turbolenti e segnati dal susseguirsi di numerosi cambi di formazione, alla costante ricerca dell’alchimia musicale e personale necessaria per proseguire. L’obiettivo è stato infine raggiunto con l’arrivo di Alessandro (chitarra) e di Andrea (basso). Il nostro percorso nel mondo underground comincia con un album auto-prodotto, pubblicato nel 2005, e con un singolo contenente un inno metal per una tifoseria locale, rilasciato nel 2006. Recentemente abbiamo preso parte allo split CD “Extreme Metal Inside” di SG Promotion, ed abbiamo anche realizzato un videoclip che ritrae la band all’opera durante le più recenti incisioni. Abbiamo inoltre materiale sufficiente per un secondo full-length, che incideremo non appena avremo anche il budget ed il tempo necessari.

[MW] Da quali generi e bands è influenzato il gruppo?

Per quel che riguarda i generi è presto detto: Death Metal, di quello vecchio stile, facilmente associabile, quindi, a gruppi come Carcass o ai più ovvi Death, ma si tratta chiaramente di pura influenza, inevitabilmente causata da anni e anni di ascolti e passione per il genere. Non vorremmo mai paragonarci ai grandi maestri del Metal! Se proprio vogliamo cercare qualcosa che ci possa accomunare, allora la si può trovare probabilmente nella struttura ritmica delle canzoni, basata su frequenti variazioni metriche, e nel tipico sound cupo e tagliente. Parlando sempre di sonorità, ci piace molto giocare con i riff rapidi e martellanti, come quelli che si possono trovare nel Thrash Metal più classico. Per finire, usiamo spesso intervallare le strofe con bridge strumentali, sfruttando brevi aperture melodiche, che derivano certamente dalle influenze più classiche di alcuni di noi.

[MW] So che potrebbe non essere facile farlo, ma potreste commentare il vostro ultimo lavoro?

Il nostro ultimo lavoro è lo split CD “Extreme Metal Inside”, realizzato da SG Promotion. L’album contiene dieci tracce di violento death metal tricolore, suonate da cinque gruppi pescati dalle scene underground di tutto lo stivale. Oltre ai Necrofili, vi troverai gli Agabus, gli Antagonism, i Clinicamente Morti ed i Resurrecturis. La nostra parte l’abbiamo fatta con due tracce, “Fleshweak” e “Full Thoughts Overflow”, la prima delle quali era precedentemente inedita.
L’unico difetto di “Extreme Metal Inside” è che, per sua stessa natura, offre poco più che un assaggio di ciascuno dei cinque gruppi. D’altra parte, però, all’ascoltatore è stato dato uno spaccato della scena death metal underground nazionale ad un prezzo più che onesto, mentre a noi band è stata data una preziosa occasione per farci conoscere. Non dimentichiamo poi che la storia del metal è spesso guidata da questo genere di iniziative. La qualità dei gruppi selezionati sta venendo certificata da numerose recensioni positive. Infine, detto tra noi, il nostro Carlo è diventato un fan dei Clinicamente Morti, che senza “Extreme Metal Inside” avrebbe rischiato di non conoscere mai!

[MW] La scena metal underground è indubbiamente inflazionata da tantissmi gruppi, per cui (spesso) risulta necessario presentare delle composizioni che si facciano notare nel marasma delle varie scene musicali. Ritenete che le vostre canzoni abbiano da dire qualcosa in più o di diverso da quello che è già stato detto nell'affollatissimo mondo metal?

Difficile a dirsi, ma ovviamente è quello che intendiamo fare. Gran parte dell'impegno profuso nella stesura di musica e liriche punta infatti a mantenere bilanciati i nostri sentimenti per i maestri del settore e la ricerca di soluzioni originali. Come hai fatto chiaramente notare, avere un nostro sound diventa per noi una necessità nel momento in cui s’intende uscire dall’anonimato dove si rischia di restare se la proposta del gruppo non risulta essere sufficientemente innovativa da attrarre il pubblico ad un ascolto interessato. Così usiamo un timbro sonoro da classici del settore, delle strutture un po’ più relazionabili a quelle degli anni ’90, uno spruzzo di melodia parzialmente estraneo al genere, facendo attenzione a selezionare riff che siano di chiara matrice thrash/death, ma che allo stesso tempo non abbiamo troppo il sapore del già sentito. Usiamo una voce in scream un po’ particolare, piuttosto interpretativa, che in genere spiazza un po’ ai primi ascolti, ma che è diventata un nostro marchio di fabbrica. Infine curiamo i testi, per noi una componente importante di ciascuna traccia.

[MW] Cosa pensate del panorama underground nazionale?

L’Italia è ricca di gruppi che coprono ogni sfaccettatura del metal, dal più classico al meno prevedibile. Certo sarebbe presuntuoso affermare che tutte le proposte nostrane solo di eccellente qualità, ma la qualità media è comunque lodevole. Forse un pizzico di originalità in più sarebbe gradito, ma l’originalità deve nascere spontanea, se è forzata si sente, e comunque è difficile parlare in termini troppo generali di una scena tanto ampia. Pensiamo inoltre che negli ultimi dieci anni lo standard qualitativo delle proposte underground abbia alzato il tiro. Sicuramente complici di questo processo sono le nuove tecnologie, che offrono buona qualità a costi accessibili, ma ci sono anche le teste e le mani che le muovono, è evidente. Nell’aver identificato quello che, a parer nostro, è un trend positivo, ci auguriamo che la crescita continui, e magari che sempre più gente se ne accorga.

[MW] La carriera di un gruppo musicale (pur breve che possa essere) è sempre costellata di avvenimenti più o meno positivi. Cosa vorreste cancellare e cosa ricorderete per sempre della vostra esperienza di gruppo, dagli inizi inizi sino ad ora?

L’anno scorso per un lungo periodo siamo stati fermi, per motivi completamente indipendenti dalla nostra volontà. Quello è stato sicuramente il picco più basso della nostra storia, il nostro morale era sotto le scarpe, siamo stati ad un passo dal mollare. Di momenti positivi ce ne sono sempre molti. Se bisogna necessariamente inquadrarne uno si può citare il termine delle più recenti incisioni, quando dopo numerose peripezie abbiamo ascoltato il master finale. Nonostante la stanchezza e la nausea per le canzoni a cui avevamo lavorato ininterrottamente per giorni, la soddisfazione generale era evidente. Persino Marco, il più inflessibile di tutti, si è tradito con un’espressione di (quasi) giubilo!

[MW] Come giudicate il veicolo "internet" per la promozione della scena musicale?

Semplicemente fenomenale. Alcuni di noi hanno suonato prima dell’avvento di Internet, e la differenza è palpabile. Siamo nati a Rieti, un posto che oggi è lo zero assoluto del metal. Suona come la solita lagna, ma è vero. Nella nostra città è difficile trovare quel che ti occorre. Non trovi i dischi, non trovi i locali, non trovi la strumentazione, non trovi i musicisti e non trovi un pubblico disposto ad ascoltarti. Certo, qualche persona, qualche gruppo, qualche piccola cosa c’è stata e c’è ancora, altrimenti noi stessi non potremmo essere qui, ma quella di Rieti è ben lungi dall’essere una scena musicale. Grazie ad Internet le nostre prospettive sono cambiate radicalmente. Ci si è aperto un mondo davanti agli occhi. Ora abbiamo un palco virtuale grazie al quale chiunque ha la possibilità di conoscerci, e sul quale nessuno può impedirci di salire. Tramite Internet possiamo entrare in contatto con i circuiti che più si adattano ai nostri gusti e alle nostre esigenze, trovare gente che è disposta ad ascoltarci e a promuovere la nostra attività. Non solo ora siamo più conosciuti di prima, ma per effetto collaterale conosciamo noi stessi di più, ed il confronto ci stimola, ci fa maturare. Potremmo proseguire per ore nell’enunciare tutti i pregi di Internet per la diffusione e la promozione della musica, tanto è il nostro entusiasmo in merito.

[MW] Visto che ne stiamo parlando.... quanti CD originali acquistate ogni mese? E quanti ne ascoltate?

Dunque, vediamo. Diciamo che sommando insieme i CD che ogni componente del gruppo acquista ogni settimana otteniamo quattro dischi; facendo la media, viene uno per ciascun componente. Quindi, in un mese, il totale dei CD acquistati dal gruppo sale a circa sedici. Non male, in fin dei conti… Peccato però che dei sedici dischi di cui si parlava, quindici vengano acquistati dal solo Carlo!
E ne ascoltiamo ovviamente moltissimi ed in qualsiasi momento. Persino appena si esce dalla sala prove, quando i timpani chiedono inutilmente pietà.

[MW] Cosa vuole fare il vostro gruppo "da grande"?

Da grande? Alcuni di noi hanno già un piede nella fossa, ah ah ah! Battute sarcastiche a parte, questa è davvero una buona domanda. L’età dei membri del gruppo è molto varia, spaziando dai 17 ai 33 anni. Andrea fa il liceo, Marco lavora ed ha famiglia, Alessandro studia all’università ed ha anche iniziato a lavorare a tempo pieno, Carlo ha finito di studiare da un pezzo e adesso ha una vita professionale molto intensa. Come ben capirai si tratta di quattro prospettive di vita ben differenti, ed ognuno di noi si aspetta qualcosa di diverso. Oltre che dalla comune passione per gli alcolici, il gruppo è però mantenuto ben saldo dalla voglia di divertirsi e di far divertire, di riflettere e di far riflettere, di sfogarsi e di far sfogare, e se fra una cosa e l’altra ci si toglie qualche soddisfazione, ben venga per tutti. Questa è la nostra filosofia. Suoniamo seriamente ma non amiamo affatto prenderci troppo sul serio. Non importa se fra dieci anni saremo qui a parlarti di un album per una grossa etichetta o della nostra ennesima auto-produzione, la cosa che più conta è esserci.

[MW] Ok, ragazzi! Lo spazio a nostra disposizione sta per terminare, ma voglio lasciarvi carta bianca per l'ultimo messaggio. A voi la parola, siete liberi di esprimervi!

Death 'till death!

Intervista di Pax Articolo letto 1033 volte.

 


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