Metide «Erebos» [2023]

Metide «Erebos» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
30.03.2024

 

Visualizzazioni:
140

 

Band:
Metide
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Titolo:
Erebos

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Omar Carissimi :: vocals, guitars, synthesizers;
- Riccardo Vaccaro :: guitars;
- Federico Benaglia - bass;
- Antonio Cassella :: drums;

 

Genere:
Post Rock / Metal

 

Durata:
48' 32"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
07.07.2023

 

Etichetta:
Black Lion Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Metaversus - Press & Promo
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Recensione

Abbiamo avuto già modo di conoscere la formazione bergamasca dei Metide, per le loro abili capacità di condensare sonorità post metal di matrice oscura ma pur sempre ricche di melodie; la band, con alle spalle un full lenght ed un Ep, rilascia oggi “Erebos”, un disco a sei tracce che vede al proprio interno l’insieme di più influenze colte da altre realtà quali Cult Of Luna e Neurosis ma rivisitate dalla band attraverso un sound personalissimo da cui è impossibile non rimanerne affascinati. Nel nuovo lavoro questa volta, rispetto al disco precedente, c’è una cura maggiore nel mastering grazie alla collaborazione di James Plotkin, già noto sui fronti di Scorn e Pelican, tanto per fare qualche nome e indubbiamente il tocco si sente tutto soprattutto anche in quelli che sono gli effetti e i contenuti del lavoro. Quanto alle tematiche trattate, la band, attraverso le proprie sonorità aride, cupe e desolanti, tipiche di un mondo parallelo, e con l’immancabile growling, svolge una ricerca interiore all’interno di se stessi, nelle viscere più profonde dell’animo umano dove ristagna imperterrita la negatività che caratterizza le nostre condotte; le sei tracce rappresentano in sostanza dei percorsi all’interno dei quali tra lamenti, scream filtrati e andature moderate ben emergono tutti gli elementi sin ora riportati. Proprio l’opener “Acheron” si caratterizza per il suo sludge cupo e malinconico come un fiume in cui scorrono sofferenza delirio e rancore interpretate grazie al districarsi dello scream; segue ancora “Lethe”, altro lungo brano al di sopra dei dieci minuti di ascolto, in cui nuovamente la band attraversa, tra riff arpeggi e momenti al limite del depressive, il proprio racconto varcando pensieri e le riflessioni drammatiche; l’apertura di “Styx” rappresenta un ulteriore esempio della drammaticità percorsa dalla band un cui melodie rarefatte e distorti incessanti continuano il viaggio all’interno di se stessi; seguono poi “Cocytus” in cui vi è una marcata presenza dell’elettronica dal gusto un po’ pavido rispetto ai precedenti brani e “Phlegethon” anc’esso un brano dal gusto più orientato nell’aspetto moderato delle andature e forte di un’ottima interpretazione del growling miscelato a scream; chiude il lavoro “Erebos” aperta da un synth effetto piano in cui si dipanano lamenti, urla sofferenza drammaticità sferzate poi da un monolito sonoro e da una narrazione quasi demoniaca. Il disco, stante l’ottima stesura, rappresenta un obiettivo di enorme importanza per questa band di cui possiamo essere fieri sia per l’ottima capacità di aver reso personale un genere particolare e complesso come il post metal che spesso non è alla portata di tutti

Track by Track
  1. Acheron 80
  2. Lethe 85
  3. Styx 85
  4. Cocytus 80
  5. Phlegethon 80
  6. Erebos 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
81

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 30.03.2024. Articolo letto 140 volte.

 

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