Hellraiser «Revenge of Phoenix» [2014]

Hellraiser «Revenge Of Phoenix» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
11.01.2015

 

Visualizzazioni:
2410

 

Band:
Hellraiser
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Titolo:
Revenge of Phoenix

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Michele Brozzi :: Guitars
Marco Tanzi :: Guitars
Cesare Capaccioni :: Vocals
Rick Perugini :: Drums

 

Genere:
Heavy Metal

 

Durata:
56' 9"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2014

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Disco di debutto autoprodotto per i classic metalheads Hellraiser da Città di Castello, che propongono 8 canzoni più intro in questo “Revenge of the phoenix”, che dura ben 56 minuti.
In pratica, il concetto è riassumibile così: la band va bene quando in canzoni come “In the name”, “Nightmare” e “Last command” la band si lascia andare a sonorità più heavy metal, con “In the name” che mostra un ottimo stile alla Saxon, “Nightmare” che invece diventa un po’ più alla Accept e “Last command” che fa della cantabilità nel ritornello il suo scopo di vita. Fosse l’album così ci sarebbe di che divertirsi, ma purtroppo queste sono solo eccezioni e non la regola: la regola è che gli Hellraiser nelle restanti canzoni sono più power, e qui segnano il passo: i brani non sono brutti, ma sono abbastanza poco originali, già sentiti e soprattutto la band sembra non riuscire tanto ad andare al dunque: queste canzoni sono lunghe (si arriva anche ai 9 minuti) ma nonostante l’andamento apprezzabile manca ciò che serve per non far smarrire l’ascoltatore: mancano dei ritornelli convincenti e che non puntino solo sull’estensione vocale (bisogna ammettere però che il cantante Cesare Capaccioni ci sa proprio fare!), manca un certo impatto diluito da troppe lungaggini, e soprattutto una maggiore personalità, che a volte viene meno in brani come “The forge”, dove stili decisamente troppo alla “powerslave” e “7th son...” dei Maiden minano la riuscita dei brani.
In conclusione, “Revenge of the Phoenix” non è brutto, ma mostra evidenti margini di miglioramento abbastanza facili da capire che la band deve effettuare se vuole migliorarsi ed ambire a qualcosa di più. Al momento i fans dell’heavy più epico potrebbero trovare diletto tra le note degli Hellraiser e di “Revenge of the Phoenix”, ma ripeto: si può e si deve fare di più.

Track by Track
  1. Intro S.V.
  2. In the name 75
  3. Nightmare 75
  4. Way of the brave 65
  5. Gates of fate 65
  6. Revenge of the Phoenix 70
  7. The forge 60
  8. Last command 75
  9. Pillars of life 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
69

 

Recensione di Snarl pubblicata il 11.01.2015. Articolo letto 2410 volte.

 

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