Intervista Flash: Perfect View

Immagine di Perfect View Perfect View è il nome di un nuovo progetto che va ad inserirsi nella multiforme e tumultuosa scena metal italiana. Jerico ha intervistato per voi i ragazzi del gruppo: sentiamo cosa hanno da dire!

 

Visto che siete alla prima intervista in questo sito, perché non presentate ai nostri lettori quando ed in che modo avete iniziato il vostro percorso nel mondo underground?

Ciao, prima di tutto grazie per l’ospitalità. I Perfect View sono nati nel 2008 con l’intento di creare musica inedita. Originariamente la line up era costituita da chitarra, batteria e voce. Successivamente si aggiunsero basso e tastiera con lo scopo di comporre musica nello stile hard rock melodico e prog, che sono i generi che più ci hanno ispirato e ci rappresentano. Da lì nacque il primo album della band, “Hold Your Dreams”, uscito nel 2010 per l’etichetta tedesca Avenue of Allies, e con questa è uscito anche il secondo album “Red Moon Rising” nel 2014. Con l’etichetta danese Lions Pride Music esce successivamente l’album “Timeless” nel 2018 e infine “Bushido” nell’aprile di quest’anno.

Da quali generi e bands è influenzato il gruppo?

La nostra musica è essenzialmente hard rock melodico a tinte A.O.R. con qualche influenza prog. Facciamo un gran uso di cori, curiamo in particolar modo gli arrangiamenti ed usiamo le tastiere per aumentare i “colori musicali” senza comunque rinunciare ad una buona dose di energia e qualche divagazione di natura prog. È insomma un po’ l’insieme delle nostre influenze, ovvero delle band con le quali siamo cresciuti: Toto, Winger, Queensryche, Journey. Dokken, Kiss.

So che potrebbe non essere facile farlo, ma potreste commentare il vostro ultimo lavoro?

“Bushido” è il nostro quarto album, ed è uscito ad aprile di quest’anno. La particolarità di questo ultimo lavoro è che si tratta di un concept album, una rock opera che narra una storia che si articola nell’arco di tutte e 12 le canzoni (13 nella edizione giapponese). Poco dopo l’uscita del penultimo album Frank Paulis propose un concept come successivo album. Decidemmo quindi di affrontare questa sfida. Frank aveva l’idea per una storia e ne sviluppò la trama. Francesco “Joe” Cataldo iniziò a pensare a come poter sviluppare la parte musicale. Per un concept album era importante trovare un tema portante, ricorrente, e soprattutto ci volevano canzoni che potessero esprimere adeguatamente ogni momento della storia. È stato sicuramente l’album più impegnativo dei precedenti dal punto di vista della realizzazione e della complessità, ma tutti noi della band siamo rimasti soddisfatti. È un lavoro che certamente, rispetto ad altri album, richiede più ascolti per poter cogliere le diverse sfumature e possibilmente va ascoltato per intero per calarsi all’interno della storia, e perchè essendo un concept, tutte le tracce sono collegate. Tra le complessità della realizzazione, va anche sottolineato che abbiamo dovuto affrontare un importante cambio di line up. Accanto a Francesco “Joe” Cataldo e Frank sono arrivati tre nuovi musicisti, ovvero il batterista Davide “Dave” Lugli, il tastierista Alberto Bettini e il cantante Damiano Libianchi, che si sono calati perfettamente in una realtà che aveva già una storia ed una direzione artistica precisa. L’integrazione avrebbe potuto nascondere qualche insidia, invece è stato tutto naturale. Ciascuno ha portato le sue sfumature stilistiche arricchendo il progetto.

La scena metal underground è indubbiamente inflazionata da tantissmi gruppi, per cui (spesso) risulta necessario presentare delle composizioni che si facciano notare nel marasma delle varie scene musicali. Ritenete che le vostre canzoni abbiano da dire qualcosa in più o di diverso da quello che è già stato detto nell'affollatissimo mondo metal?

Il mondo musicale metal è contraddistinto da molte band, e purtroppo molte presentano connotazioni simili, portandole non necessariamente per colpa loro, a far sì che le produzioni rendano molte band molto simili tra loro come sound, e portando l'ascoltatore a far fatica a distinguere una dall'altra. Per quanto riguarda la nostra band, i Perfect View, noi non ci consideriamo metal, in quanto abbiamo origine dal mondo AOR, anche se in certe canzoni possono emergere elementi metal. Noi nel tempo come band siamo cresciuti progressivamente, e il nostro album “Bushido”, è sicuramente un album diverso da tutti quelli di band che suonano il nostro genere, e la tematica di cui parla l'album da un messaggio importante. Il messaggio che abbiamo voluto dare con il nostro concept e’ credere sempre in se stessi e nella realizzazione dei propri sogni, nonostante i limiti, anche se fisici. Con la perseveranza e la dedizione gli obiettivi della vita si riescono a raggiungere.

Cosa pensate del panorama underground nazionale?

Purtroppo, la scena musicale italiana, per quanto riguarda il nostro genere, in questo momento storico non e’ delle migliori. La tendenza musicale in Italia vira sempre di più alla standardizzazione, e questo influisce negativamente sulle band che propongono musica originale fuori dagli schemi, come la nostra, con il nostro concept per esempio. Ormai la scena AOR e’ stata monopolizzata da quella scandinava, e questo a causa di scelte arbitrarie dettate a tavolino per conto terzi. Su questo aspetto ci sono etichette discografiche specializzate in questo genere che invece di promuovere valide band del territorio nazionale ( e ce ne sono diverse ), investono su band estere, nello specifico per la maggior parte svedesi, portando, come già detto in precedenza, il sound ad essere sempre uguale a tal punto da far fatica a distinguere una band da un’altra.

La carriera di un gruppo musicale (pur breve che possa essere) è sempre costellata di avvenimenti più o meno positivi. Cosa vorreste cancellare e cosa ricorderete per sempre della vostra esperienza di gruppo, dagli inizi inizi sino ad ora?

Sicuramente un periodo da cancellare è stato quello del lockdown durante la pandemia Covid. Questo non ci ha aiutato nel nostro percorso musicale in quanto non ci ha permesso di trovarci per comporre musica, proprio nel momento in cui cominciavamo a scrivere '' Bushido ''. Questo ha fatto sì che si allungassero le tempistiche di creazione dell'album. Durante questi anni abbiamo avuto la fortuna di fare diversi live, tra i più importanti ricordiamo l’apertura del concerto degli Harem Scarem a Trieste nel 2013. Ultimi, ma non ultimi il primo concerto al teatro Michelangelo di Modena il 27 Ottobre, nel quale abbiamo presentato la rock opera di “Bushido” e il concerto al teatro Aurora di Marghera del 10 Novembre.

Come giudicate il veicolo Internet per la promozione della scena musicale?

Al giorno d'oggi Internet è un mezzo determinante per la promozione musicale. Sì può essere anche i più bravi musicisti al mondo, o fare musica originale e fuori dagli schemi, ma se non riesci a farti conoscere, purtroppo tutto si arena.

Visto che ne stiamo parlando.... quanti CD originali acquistate ogni mese? E quanti ne ascoltate?

Noi siamo ancora musicisti “Old school”, quelli che comprano CD fisici. Al giorno d'oggi la digitalizzazione ha compromesso tutto il mondo musicale, perchè così facendo ha spinto le persone a comprare sempre meno, e a scaricare da internet. Con questa digitalizzazione le band non vengono supportate come dovrebbero.

Cosa vuole fare il vostro gruppo da grande?

Noi come band sin dalle nostre origini abbiamo voluto scrivere musica originale, e nel tempo abbiamo puntato ad alzare l'asticella nell'ambito del songwriting e la visibilità, in un paese nel quale risulta complicato emergere se si vuole fare musica AOR/ prog come la nostra.

Ok, ragazzi! Lo spazio a nostra disposizione sta per terminare, ma voglio lasciarvi carta bianca per l'ultimo messaggio. A voi la parola, siete liberi di esprimervi!

Grazie a tutto lo staff di Metal Wave per lo spazio che avete concesso alla band!

Intervista di Jerico Articolo letto 169 volte.

 


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